Questo è appunto il criterio di cui dobbiamo servirci nella distinzione di un fatto psichico passivo.
Per questo rispetto si differenziano essenzialmente quelle combinazioni di seconda natura ohe possono aver luogo fra diverse formazioni psichiche e i loro elementi: le combinazioni appercettive. In esse il sentimento dell'attività accompagnato da varie sensazioni di tensione, non solo segue le combinazioni come un effetto di esse, ma le precede e però le combinazioni sono apprese immediatamente come compientisi colla cooperazione dell'attenzione. In questo senso noi le diciamo fatti psichici attivi.
2, Le combinazioni appercettive si estendono a una quantità di processi psichici, che l'esperienza comune suole distinguere con certe designazioni generali: come pensiero, riflessione, imaginazione e intelletto. Complessivamente essi nell'ordine dei processi psichici hanno il valore di gradi superiori rispetto alle funzioni sensitive e ai puri processi di memoria, ma presi singolarmente sono considerati di natura perfettamente diversa. Una tale diversità è specialmente ammessa per le così dette attività fantastica e intellettiva. Di fronte a questa concezione sminuzzante, propria della psicologia volgare e della teoria della facoltà che seguì le traccie di quella, la psicologia dell'associazione cercò collocarsi da un punto di considerazione unitario, sottomettendo le combinazioni appercettive delle rappresentazioni al concetto generale dell'associazione che essa aveva limitato all'associazione successiva (pag.
| |
|