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      10. Fra questi metodi di comparazione il secondo, che è detto metodo delle differenze minime, ci dà i risultati valutabili nel modo più diretto e più semplice. In esso la differenza dei due stimoli fisici, che corrispondono alle grandezze psichiche appena distinguibili, è detta la soglia di differenza dello stimolo, e quella grandezza di stimolo, per la quale il corrispondente processo psichico, ad es. una sensazione, può essere ancora appena appercepita, è detta la soglia dello stimolo. Ora l'osservazione dimostra che la soglia di differenza dello stimolo sempre più cresce quanto più s'allontana dalla soglia dello stimolo, e proprio in modo che il rapporto della soglia di differenza alla grandezza assoluta dello stimolo, ossia la soglia relativa di differenza, rimane costante. Se, ad es. un'intensità sonora 1 deve essere accresciuta di 1/3 affinchè la sensazione sonora cresca di una quantità appena appercettibile, l'intensità sonora 2 deve essere aumentata di 2/3, 3 di 3/3 per raggiungere le soglie di differenza. Questa legge fu detta, dal nome del suo scopritore E.H. Weber, legge di Weber. Essa è senz'altro spiegata quando noi la consideriamo come una legge della comparazione appercettiva. Così intesa essa assume questo significato: le grandezze psichiche sono paragonate in base al loro valore relativo.
      Questa concezione della legge di Weber, come di una legge generale della relatività di grandezze psichiche, presuppone che le grandezze psichiche, messe in raffronto, crescano, entro i limiti della validità della legge di Weber, proporzionatamente agli stimoli che le determinano.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452

   





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