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      7. Collo svolgimento dell'autocoscienza si connette strettamente quello del volere. Esso può essere dedotto in parte dal già sopraddescritto sviluppo dell'attenzione, in parte dal sorgere e dal graduale perfezionarsi delle azioni esterne di volere, l'influenza delle quali sull'autoscienza fu già sopra ricordata. La diretta relazione dell'attenzione al volere qui si appalesa in ciò, che sintomi distinti di attenzione attiva e di agire libero coincidono anche nel tempo della loro origine. Mentre moltissimi animali subito dopo la nascita compiono già movimenti impulsivi abbastanza completi, cioè azioni semplici di volere che si svolgono mediante il sussidio di composti apparati riflessi dovuti all'ereditarietà, il bambino neonato non presenta alcuna traccia di questo fatto. Nei primi giorni di vita però, in seguito ai riflessi provenienti da sensazioni di fame e alle rappresentazioni di senso legate all'appagamento della fame, i primi indizi di semplici azioni di volere impulsive si manifestano nel cercare la sorgente del nutrimento. Col più distinto svegliarsi dell'attenzione seguono dapprima i movimenti di volere legati a impressioni dei sensi della vista e dell'udito: il bambino accompagna collo sguardo, per atto intenzionato e non solo per movimento riflesso, gli oggetti veduti e volge la testa dalla parte del rumore udito. Molto più tardi entrano in campo i muscoli esterni del corpo. Questi, specialmente i muscoli delle braccia e delle gambe, presentano da principio movimenti vivaci, per lo più spesso ripetuti, che accompagnano tutti i sentimenti e l'emozioni possibili, e colla differenziazione di queste ultime offrono a poco a poco certe differenze caratteristiche per le qualità loro.


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Compendio di psicologia
di Wilhelm Wundt
Editore Clausen Torino
1900 pagine 452