Esse acquistano a poco a poco tale valore, di solito all'inizio del 2º anno d'età, per l'influenza dell'ambiente.
Un'azione principalissima esercitano qui i movimenti imitativi, i quali, specialmente come imitazioni di suoni, presentano una doppia direzione, perocchè non solo il fanciullo imita l'adulto, ma anche l'adulto il bambino. Che anzi di solito è l'adulto che prima imita; egli ripete gl'involontari suoni articolati del bambino e dà loro anche un determinato significato come ad es. "papà" per padre, "ma-ma" per madre. Solo più tardi e dopo che per una voluta imitazione ha imparato a usar certe voci in un determinato significato, il bambino imita pure alcune parole preferite nel linguaggio degli adulti, le assimila però alla costituzione sonora dei propri movimenti articolati.
Come un importante sussidio, col quale l'adulto promuove nel fanciullo, più istintivamente che volontariamente, l'intendimento delle parole da lui usate, serve il gesto, per lo più nella forma di gesto indicante gli oggetti, più di rado di solito solo pei verbi, che si riferiscono ad azioni, come combattere, tagliare, andare, dormire e simili, con gesto descrittivo. Il bambino ha una naturale attitudine a interpretare i gesti, ma non la parola. Persino i suoni onomatopoetici del linguaggio infantile (bau-bau per il cane, be-be per la pecora) diventano per lui intelligibili solo dopo che sono stati più volte riferiti all'oggetto. E anche qui il creatore di questi onomatopoetici non è il bambino, ma l'adulto, che anche per questo riguardo istintivamente si sforza d'adattarsi al grado della coscienza infantile.
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