Dopo quanto si è detto lo sviluppo del linguaggio si basa su una serie di associazioni e appercezioni, a costituire le quali partecipano in egual misura il bambino e le persone che lo circondano. Con certe voci onomatopoetiche o prese tra i naturali suoni espressivi del fanciullo, o liberamente foggiate sull'esempio di questi suoni, l'adulto designa arbitrariamente determinate rappresentazioni. Il bambino appercepisce questo legame tra la parola e la rappresentazione, fatto a lui comprensibile per mezzo dei gesti e lo associa ai propri movimenti articolati sorti per imitazione. Sull'esempio poi di queste prime associazioni e appercezioni il bambino ne fa poi altre, imperocchè sempre più per proprio impulso prende a imitare dal linguaggio degli adulti parole e nessi di parole casualmente uditi, e forma le corrispondenti associazioni di significato. L'intero processo dello sviluppo del linguaggio si fonda quindi su una relazione psichica tra il bambino e le persone che parlano a lui d'intorno, relazione, nella quale all'inizio spetta esclusivamente al bambino la formazione dei suoni, e alle persone che lo circondano l'applicazione dei suoni infantili al linguaggio.
9. Dall'insieme dei processi semplici di sviluppo ora ricordati sorge lo sviluppo delle funzioni composte di appercezione, dell'attività di relazione e di comparazione, e delle funzioni fantastiche e intellettive, che di quelle constano (§ 17).
Dapprima le combinazioni appercettive trovano le loro esplicazioni nella forma dell'attività fantastica, cioè nel collegare, scomporre e mettere in relazione concrete rappresentazioni sensibili.
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