10. Solo ad un piů maturo grado della coscienza che crea i miti, l'appercezione personificante si rivolge anche ai grandi fenomeni naturali che piů impressionano, cosě per le loro mutazioni come per l'influenza diretta sulla vita dell'uomo; tali ad es., le nubi, i fiumi, le procelle, i grandi astri, e simili. Anche la regolaritŕ di certi fenomeni naturali, ad es., la vicenda del giorno e della notte, dell'inverno e dell'estate, lo svolgersi del temporale ecc., č di stimolo a poetiche costruzioni di miti, nelle quali una serie di idee coordinate si annoda intorno a un tutto in sč chiuso. Cosě sorge il mito naturale. La principale differenza tra esso e la credenza in spiriti e demoni sta nella creazione di rappresentazioni antropomorfe degli dči. In quanto i singoli dči sono dotati di un maggior numero di proprietŕ stabili, e sono sciolti dal legame a determinati luoghi, tempi e processi, essi vengono a costituire in tutto e per tutto persone antropomorfe aventi perň una potenza sovrumana. Essi sono quindi onorati come gli arbitri tanto dei fenomeni naturali quanto del destino umano. Formatesi in tal modo piů comprensive rappresentazioni di dči, i demoni e gli dči particolari a poco a poco si ritraggono nella coscienza, oppure si fondono con quelle per essere poi considerati quali attributi o quali speciali forme, nelle quali si danno a conoscere gli dči personificati. Il processo che qui entra in campo, di combinazione e di condensazione, suole perň sconfinare a danno delle personificazioni divine, imperocchč una sola di queste forme divine acquista sulle altre una permanenza, dapprima in modo variabile, poi durevole.
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