Così un istinto monoteistico si impadronisce ben presto del mito naturale politeistico. Per altro lato però quella fusione cogli anteriori dèi particolari e coi genii del destino può condurre anche a una nuova divisione delle personalità divine. In tal guisa sono state foggiate specialmente le singole divinità locali e gentilizie, le quali, a causa della loro natura personale, facilmente poterono essere sciolte dalle speciali condizioni d'origine e diedero così luogo ai molteplici miti degli eroi. Ma intrecciandosi in questi miti traccie di ricordi storici, in essi sempre più progredisce quell'umanizzazione già incominciata nel mito naturale. A causa di queste proprietà il mito degli eroi richiede per un ulteriore sviluppo la poetica creazione degli individui: e però esso diventa una parte costitutiva della poesia popolare e poi della poesia artistica. Nel tempo stesso però, per l'offuscarsi di certi tratti e per il sorgere di nuovi, esso subisce una mutazione di significato, che, analoga a quella del simbolo linguistico e da quella accompagnata, rende possibile una più intima trasformazione progressiva. In questo processo i singoli poeti e pensatori hanno un'influenza sempre maggiore.
Per tal via mediante una intensa partecipazione del pensiero filosofico, che dapprima aveva egualmente subìto l'influenza delle rappresentazioni semi-mitiche, si compie infine la separazione dell'originario contenuto totale mitologico in scienza e religione. In questa separazione, che è in parte legata alle relazioni tra religione e filosofia, gli dèi naturali e gli eroi lasciano sempre più luogo a rappresentazioni morali della divinità. Come nel mito naturale così anche nello stadio morale della religione, sotto l'influenza continua di vecchi motivi avvengono continue formazioni in senso regressivo.
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