Dèi individuali, demoni e spiriti, ora costantemente ora solo per pochi istanti, colpiscono in piena luce la coscienza. In parte essi costituiscono i componenti secondari mitologici della religione, in parte, da questa rigettati, conservano un'esistenza più indipendente come superstizioni
C) IL COSTUME.
11. Il costume ci si presenta, per quanto ci è possibile rifarne la storia, sotto due aspetti che possono distinguersi come norme di volere individuali e sociali. Le prime regolano la condotta dell'individuo nelle sue occupazioni e nelle relazioni cogli altri, le seconde determinano le forme della convivenza in orda, famiglia, stato e negli altri legami sociali. Quindi le norme del costume, le individuali non meno delle sociali, sono legate alla vita sociale dell'uomo; ma quelle si riferiscono alla condotta del singolo uomo nella società, queste alla condotta dei componenti la società, nella loro attività comune, determinante le forme della convivenza.
Le norme individuali del costume nei loro inizi ancora oscuri sono legate all'evoluzione del mito e in una maniera che corrisponde direttamente al rapporto intercedente tra i motivi interni e l'azione esterna del volere. Dappertutto dove noi possiamo indagare con una certa probabilità l'origine di tali costumi, questi si presentano come residui o come prodotti delle trasformazioni che avvengono in determinate forme di culto. I banchetti funerari e le altre cerimonie funebri dei popoli civili ricordano il culto primitivo degli antenati; numerose feste ed usanze legate a determinati giorni, al mutarsi delle stagioni, al lavoro del campo e alla raccolta sono residui del culto di demoni e di miti naturali d'altri tempi; l'usanza del saluto nelle sue diverse forme, mostra la sua origine dalla preghiera, e così via.
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