Destinato il posto dal quale ciascuno scaglierà la sua piastrella vicino al santuccio e fatto l'ordine di successione al tirare, colui che con la sua piastrella coglie il santuccio sparpagliandone il danaro, vince tutte quelle monete che hanno oltrepassato il circolo.
Se il colpo fallisce al primo giocatore, passa il diritto al secondo, e così via via.
7. - GATTA-CÈCA.
La Gatta-cèca - dice l'illustre prof. Pitrè - è un giuoco antichissimo e diffuso in tutto il mondo.
Si eseguisce da parecchi ragazzi nel modo seguente:
Si fa prima la conta. A colui cui tocca il punto al conto convien bendarsi gli occhi con un fazzoletto: così bendato si chiama Gatta-céca.
Il capo-giuoco, prima di dare un colpo sulle spalle al bendato, per indicargli che deve incominciare il giro in cerca de' giocatori che a loro volta lo colpiranno, gli dice:
- Gattacéca, d'indove ne vienghi?
- Da Milano.
- Che mme porti?
- Pane e ccacio.
- Me dai gnente a mme?
- No.
- Brutta Gattacecaccia, vatt'a ccerca chi tt'ha ddato - gli dice colpendolo e poi allontanandosi e mescolandosi fra gli altri compagni.
Se la Gatta-céca riesce ad acchiappare uno dei suoi colleghi, questo è obbligato a prendere il suo posto; e così via via.
8. - GATTA-CÈCA A LA PILACCIA.
Questo giuoco si fa bendando una persona, la quale deve, in quello stato, avanzarsi verso il posto dove prima le si era mostrata in terra una pignatta (pilaccia); e, giunta ove la pignatta si trova, percuotere questa con un bastone.
Quando la Gatta-céca, smarrita la traccia, va a percuotere in falso od in luogo pericoloso, le si grida: "Fôco!
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