Il Belli, senza dare il titolo di questo stesso giuoco, così lo descrive:
Fra gli altri sollazzi puerili, usa in Roma il seguente. Un fanciullo si asside giudice. Un altro curvato e colla faccia in grembo a lui, è percosso da qualcuno del resto della compagnia che si tiene ivi presso schierata. Rizzatosi allora sulla persona, dice al giudice l'offeso: Monsignore, ecc. ecc. Pijatelo pe' 'n'orecchia, e pporatelo qui. Con questo mandato va egli attorno, fissando in volto tutti i suoi compagni, se mai vi apparisce alcun modo dal quale arguire la verità: mentre gli esplorati si agitano fra le più curiose smorfie del mondo, per comporsi ad un aspetto d'indifferenza. Finalmente ne sceglie uno, e lo conduce al giudice che gli domanda: Chi è questo? Il querelante risponde: Carne allesso; e il giudice, rivestito insieme della prerogativa di testimonio, riprende: Riportatelo via che nun è esso; ovvero: Lassatelo qui che è esso, secondoché il reclamo era bene o male applicato.
Nel primo caso, il povero deluso ritorna al suo posto in seno al giudice per subirvi nuove percosse; nel secondo, vi subentra invece il reo convinto; e si ripetono in quella piccola società colpe, accuse e condanne". (Vedi la nota 6 del sonetto del 4 giugno 1835: Monsignore so' stato ferito).
10. - SEDIA PAPALE.
È un giuoco che va eseguito da tre fanciulli.
I due più grandicelli formano con le loro mani, dandosele a croce, una specie di seggiola, molto comoda, e vi adagiano sopra il terzo compagno.
E mentre lo portano così attorno, come va il papa in sedia gestatoria, cantano:
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Belli Roma Monsignore Carne Riportatelo Lassatelo Vedi Monsignore
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