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      - Nonno, cé porti a mmessa?
      Ed egli, poco decentemente, risponde loro:
      - No: nun vé cé porto; perché ssete un sacco de scorre...
      - Nun è vvero, nonno, nun è vvero. Nonno, ce porti a mmessa?
      E le ripulse del nonno e le insistenze dei nepoti durano parecchio; finchè quello si piega a condurli a messa. Fingono allora di entrare tutti in chiesa, s'inginocchiano, e mentre il nonno finge di pregare, essi (parlando con poco rispetto) fanno dei peti a tutto andare. Allora il nonno, esasperato, alza il bastone per picchiarli, ma essi fuggono inseguiti da lui, che, per i suoi acciacchi, non giunge ad arrivarli. I suoi nepoti intanto si sono sparsi di qua e di là, sulla strada che il nonno percorre; ed alcuni si fingono muratori, altri giocatori di morra, od altro. Intanto, p. e., che i giocatori di morra gridano: Cinque la morra, la viscioletta! ecc., il nonno chiede loro: Avete visto certi vassalletti, scorre...? E quelli: No, nun avemo visto gnisuno. E non appena il nonno si è allontanato, essi dietro gli fanno un coro di pernacchie.
      E il giuoco, sudicietto e puerile, seguita di questo passo a volontà dei giocatori.
     
      80. - LA BBERLINA.
      Più che un giuoco è una penitenza, e più che dai ragazzi si fa dagli adulti.
      I giocatori si dispongono in circolo, e in mezzo a loro si mette a sedere quello che dalla sorte fu condannato a star per primo in berlina.
      Il capo-giuoco va attorno al circolo, e, ad uno ad uno, domanda a tutti perchè quel tale sta in berlina. Ciascuno gli dice la sua a bassa voce. Uno, per esempio, gli dirà che sta in berlina perchè è cattivo, un altro perchè tartaglia, ecc.


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Usi costumi e pregiudizi del popolo di Roma
di Luigi Zanazzo
Società Tipografico Editrice Nazionale Torino
1908 pagine 297

   





Cinque Avete