Raccolte le risposte, il capo-giuoco le ripete tutte di seguito a voce alta, e poi domanda al condannato: Chi volete che venghi in berlina? E quello, p. e., risponde: Quello che m'ha ddetto che ttartajo. Questo allora è obbligato a rivelarsi e ad andar lui in berlina.
Allora il giuoco ricomincia e seguita a piacimento". Così lo descrive il chiaro prof. Morandi alla nota 7a del sonetto del Belli: Li ggióchi.
81. - MAMMA CH'OR'È?
Molte fanciulle prendendosi per le mani formano circolo, e facendo la ruota attorno ad una loro compagna, che è nel mezzo, le domandano:
- Mamma, ch'or'è?
Quella, a mo' d'esempio, risponde loro:
- È mmezzoggiorno.
Ed esse:
- Che mmamma dormijona!
E quelle altre:
- Mamma, che ffate a ppranzo?
- Li gnocchi.
- Che mmamma magnóna!
Ed il dialogo si può prolungare a piacere dei giocatori; e il divertimento termina puerilmente come è cominciato.
82. - QUANNO PIOVE.
Mentre piove, i ragazzi desiderosi che la pioggia prosegua, ci pigliano sommo gusto, e intanto canticchiano la seguente cantilena:
Piovere e nun piovere,
Bisogn'andare a mmôvere,
A mmôvere ló granoPel santo Giulliano1.
Trovai 'na funtanèlla,
Me ce lavai le mano.
Me ce cascò l'anelloDal deto piccirièllo.
Pescai, pescai,
Nù lo trovai mai.
Trovai tre ppescétti;
Li calzai e li vestii;
Li portai a mmonsignore.
Monsignore nun c'era;
C'ereno tre zzitèlleChe ffacéveno le frittelle.
Me ne diedero una:
Quant'era bbòna!
Me ne dieder'un'altra,
Me cascò1 sott' ar banco.
Er banco era cupo,
E ssotto c'era e' pupo.
E' pupo era vecchio,
Nun sapeva rifà' e' lletto.
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Belli Giulliano
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