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      90. - GATTA-CÈCA COR ZIZZÌ.
      Giuoco di società. Una persona bendata va in giro assidendosi, or qua or là, sulle ginocchia di questo o di quello. Proferisce col solo sibilo dei denti quelle due sillabe zzizzì, e ad un'eguale risposta di colui o di colei su cui siede, deve indovinare chi sia. Se indovina, passa la sua benda a chi si fece conoscere, altrimenti segue il suo giro
      .
      Così lo descrive il Belli nella nota 1 del sonetto: Er contratempo dell'11 ottobre 1830.
      91. - SVÒRTICA MANO.
      Giuoco che consiste nel ripigliare col dorso della mano o le nocciuole o le noci o le monete che si son tirate in aria con la stessa mano. Colui che le fa cadere perde la cosa tirata o si busca anche una certa quantità di tuzzi, secondo come si è convenuti prima di cominciare il giuoco.
      92. - PIZZICHETTO.
      Parecchi bambini mettono alternativamente i pugni chiusi uno sopra l'altro, in modo da formare una colonna; e uno di loro, che rimane con la destra libera, pizzica a uno a uno tutte le ultime articolazioni delle dita canticchiando la canzoncina:
     
      Pizzica, pizzicarèllo,
      T'ammazzo cor cortèllo;
      T'ammazzo cor pugnale;
      Te fo mmorì' dde fame.
      De fame e dde pavura,
      Te bbutto in sepportura.
      Crò crò croPrima t'ammazzo e pòi me ne vò'7.
      Cri cri criSi nun fai t'ammazzo qui".
     
      Colui che è pizzicato, all'ultima parola della canzoncina, leva dalla colonna la mano pizzicata e si comincia da capo; finchè ridotto il giuoco a due soli, colui che resta col pugno o coi pugni non pizzicati all'ultimo qui, è il perditore, e tutti gli altri bambini gli si fanno intorno e gli gridano in coro: Tappo de cacatore, ecc.


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Usi costumi e pregiudizi del popolo di Roma
di Luigi Zanazzo
Società Tipografico Editrice Nazionale Torino
1908 pagine 297

   





Belli Tappo