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      43. - Chi mme nomina me róppe.
     
      44. - Quattro fratelli carnali carnali,
      Coreno coreno e non s'ariveno mai.
     
      45. - Arto arto belvedereCinquecento cavalieri
      Co' la spada sguainata.
      E la testa insanguinata.
     
      46. - Bianca mano che mme stringiIo so' dd'acciaro.
      Porto capezza al colloE non so' ssomaro
      Porto corona in testa e non so' re.
     
      47. - Noi lo vedemo sempre:
      Li re quarche vorta.
      El papa mai.
      Dio nu' l'ha vvistoE nu' lo vederà giammai.
     
      48. - Maschio fui sempre da che nnascei al mondo,
      E so' ffemmina ancora la maggior parte.
      Posso imità' ogni scrittura ed arte;
      Porto sul dorso ogni ppiù grave pondo.
      Nun ciò forza, ni vita; e sono secondoEttore, Achille, Polifemio e Mmarte.
      Il mio sembiante in un momento parte,
      E in un momento torna più ggiocondo.
      Siedo in rustica parte e in reggie sale.
      Leale con tutti. E sono de pulizziaSpecchio, e dde tutto el mondo universale.
      E si non fusse la presenza mia,
      La donna lusinghiera e frale,
      Ggiunta a ttanta superbia non sarìa.
     
      49. - Sopra suola fonte; sopra fonte lente;
      Sopra lente piazza; sopra piazza bbosco:
      Dentro bbosco leone.
     
      50. - Sopra a tterra pino, sopra a ppino lino, sopra llino terra, sopra a tterra grano, tutto quanto sopra a ppizzo.
     
      51. - Conosco un tale che la sua bbellezza
      È impareggiabbile a la sua grandezza,
      E per quanto piaccia.
      Nun c'è nessuno che lo guardi in faccia.
     
      52. - Sto cco' ll'omo savio, sto cco' li frati a ttavola,
      Mentre el cibbo fa ingombro a la parola;
      Ma la donna, ah la donna è una gran diavolaChe nun sa contenerme un'ora sola.
      Nun dite el nome mio si lo sapete.


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Usi costumi e pregiudizi del popolo di Roma
di Luigi Zanazzo
Società Tipografico Editrice Nazionale Torino
1908 pagine 297

   





Achille Polifemio Mmarte