- Di Lucca le ciambelle! El ciambellaro!
29. - IL PESCIVENDE.
Per il passato era israelita e per offrire la sua merce si esprimeva così:
- Lo sciabbichèllo vivo!
- Li sardi da fa aròsto!
- Merluzzi e trije!
- Er cèfoloo!
30. - LO SCACCIARAGNAIO.
Andava in giro nella settimana che precede quella Santa e gridava:
- Lo scacciaraagnoo! Ripuliteve la caasa, donnee!
31. - IL CENCIAIUOLO.
- Strâcci: chi ha ferrâccii!
- Strâcci, ferrâcci; chi ha scarpaccee!
32. - IL CACIAIO.
S'udiva la mattina gridare a perdifiato:
- La marzolinaa, la marzolinaa!
31. - GLI SPAZZACAMINI.
I piccoli e macilenti spazzacamini lombardi o tirolesi che sembravano rivestiti di fuliggine, con i piedi nudi, il viso nero:
- Spazzacamii', spazzacamii'!
34. - IN CARNEVALE.
Il venditore di confettacci ossia il confettacciaro:
- Confetti, conféee! Chi vvô' li confèttii?
Gli affittuari di sedie o luoghi adatti a godere lo spettacolo:
- Chi vô llòchi?
L'ultimo giorno di Carnevale, i venditori di móccoli:
- È acceso er moccolo!
- Móccoli móccoli!
- Chi vô' móccoli?
Altri rivenditori:
- Razzi d'amore, per un sòrdo!
- Bocché, bocché!20. Ecco fiori! ecc.
35. - LA SERA DELLA GIRANDOLA.
Si affittavano palchi, logge, finestre e sedie:
- Parchi logge, finestre!
- Ecco piazze, ecco posti, ecco lendiere!
36. - I SANTARI.
I Santari o Pupazzari sui gradini delle chiese offrivano il Santo di cui si solennizzava la festa:
- Un ber San Luviggi!
- Un ber San Filippo!
- Un sòrdo la vera e mmiracolosa immaggina de la Madonna der Càrmine! ecc., ecc.
Sulla scalinata della Chiesa dell'Aracoeli, in tempo di Natale:
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