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      VOCI ODIERNE.
      Arrestandoci soltanto alla vecchia Roma anteriore di poco al 1870, quante altre figure singolari impresse nella memoria, quante altre voci rimaste nell'orecchio come malinconico ricordo di altri tempi!... I fratelloni di San Giovanni Decollato, figure sinistre che andavano per le botteghe a chiedere l'elemosina per suffragare l'anima del condannato a morte; le tavolozze sui canti delle vie; gli smoccolatori col cartoccio nei trasporti funebri i cui cadaveri si portavano scoperti; talvolta un bel parlatore che si divertiva a raccontare una storia: si faceva cerchio intorno a lui; e a misura che l'uditorio ingrossava egli alzava la voce... I barbereschi in Carnevale, presti ad afferrarsi alle criniere dei cavalli, emettendo grida selvagge; gli spacciatori di moccoletti nel martedì grasso... I servitori di piazza affittati ad ore; il burattinaio col casotto, gli improvvisatori di stornelli, e gli sminfaroli autentici, le processioni, i frati cercatori, i maghi, i giuocatori del numeretto, i piccoli e macilenti sonatori d'arpa, i ragazzi cantori di canzonette al suono dell'organino, il sigaraio notturno, il cenciaiuolo con la lanterna, il barbero vincitore portato in trionfo; i missionari predicatori in piazza della Rotonda, ecc. Sembrano ricordi di tempi arcadici, tanto quei giorni paiono lontani
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      45. - IL MOSCIARELLARO.
      Ultimo attore superstite delle feste popolari della vecchia Roma.
      Il Belli in una nota de' suoi sonetti, così ne scrive "Alcuni uomini tutti del Friuli, vanno per Roma gridando:


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Usi costumi e pregiudizi del popolo di Roma
di Luigi Zanazzo
Società Tipografico Editrice Nazionale Torino
1908 pagine 297

   





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