Tito Livio De Sanctis
L'Assedio di Civitella


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     Da quel giorno si pensò seriamente a porre un'argine a quella baldanza brigantesca. Si cominciò col fermare i Soldati che seguivano l'armata del Generale Cialdini che entrava nelle Provincie Napolitane. Erano Soldati d'ogni arma che per lo più uscivano dagli ospedali dopo la battaglia di Castel Fidardo; soldati che spediti in quelle località si arrangiavano nelle Ville e nelle Case di campagna, che erano intorno a Civitella; sino a che il Governo di Teramo dovette determinarsi a provvedere con una certa regolarità all'Assedio, procurando alla meglio alloggi e viveri.
     Per prima vi fu inviato Ambrogio Rossi, (16) Capitano della Guardia Nazionale di Mosciano S. Angelo, gentil uomo che dimorava quasi sempre in Teramo, avendo per moglie una Signora della famiglia Delfico. (17) Il detto Rossi si occupò a provvedere di alloggi i pochi ufficiali che vi erano; a dare delle disposizioni per lo ricovero dei soldati e fece un contratto per il pane con la ditta Pace di Ascoli: contratto che rimase per tutta la durata dell' Assedio. Dopo ciò, se ne tornò a Teramo.
     Fu allora che nel Palazzo del Governo, riuniti i principali rappresentanti della Provincia ed i capi del partito liberale, de Virgilii, il Comandante Veltri, il Sindaco Irelli, l'Ispettore della Guardia Nazionale Trippoti, il mio carissimo amico Carlo Campana ed altri, e vennero a stabilire, che quest'ultimo si dovesse portare nell'assedio di Civitella, il quale poi pregò me di andare con lui. — Fu la sera del 3 novembre 1860 e la mattina del 4 che io e Campana partimmo, ben per tempo, alla volta di Civitella, portando con noi il Panattiere Germano Sideri, ed il beccaio Quirico Alessandrini.

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(16) Ambrogio Rossi (1819-1883) Proveniente da una famiglia di tradizioni liberali, per il suo patriottismo subì la carcerazione nel 1848. Nel 1860 prese parte alla lotta al brigantaggio e si segnalò nei fatti di Corropoli per i quali ricevette la medaglia al valore, nonché la croce di cavaliere. Fu capitano della Guardia Nazionale di Mosciano S. Angelo. Nella vita civile fu insegnante di lettere a Napoli, dove venne stimato negli ambienti letterari.

(17) Aurora De Filippis-Delfico (m. 1884) Nutrita dei sentimenti liberali di cui la sua nobile famiglia era imbevuta, nel 1866, in occasione delle campagne garibaldine, organizzò una raccolta di denaro e biancheria da offrire ai combattenti. Esibiva con orgoglio lo scritto autografo che Giuseppe Garibaldi per questa iniziativa le inviò da Salò, per esprimerle il ringraziamento alle donne abruzzesi. Morì a Silvi.