Queste notizie io le dava fin dal venti gennaio 1861, con un articolo inserito nel giornale stampato in Teramo La Sentinella Abruzzese - anno I, num. 7.
Il Maggior Generale, Ferdinando Pinelli (21) venne in Ponzano il sei dicembre 1860; uomo severissimo ed energico, tanto che devesi ad esso la distruzione del brigantaggio; cortesissimo e gentile invece con coloro che avevano il bene di associarlo. Nel corso della notte del sei al sette, fece eseguire uno scrupolosissimo esame di tutta la contabilità e delle spese da me fatte, esame che fu eseguito dal suo ragioniere Tenente Galluppo, che trovò il tutto esatto, regolare e discreto.
La mattina del 7, con le debite regole militari, furono aperte delle trattative col Comando del Forte, per combinare la resa.
Erano sedici gli uffiziali, che stavano col Generale, fra i quali mi trovava anch'io. Non fu possibile la resa, perché quelli che erano nella fortezza pretendevano la immunità dei reati comuni; il Generale sdegnosamente respinge la proposta, dichiarando invece che avrebbe espugnata la fortezza.
Indignati per tale negativa, e nell'un tempo della minaccia, incominciarono a tirare cannonate. — La fortezza 4 era armata di 22 cannoni compresa la famosa colubrina, bellissimo cannone in bronzo, lungo circa cinque metri.
Il Generale Pinelli rimase in Ponzano tre o quattro giorni, stabilendovi il quartier generale ed un'ufficio di Intendenza Militare; il Generale volle ch' io restassi in amministrazione con le funzioni di Commissario di guerra e vi rimasi in compagnia di Ferdinando Olivieri (22) Uffiziale dell'intendenza militare, col quale ebbi comuni le fatiche ed i pericoli.
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(21)
Ferdinando Augusto Pinelli (1810-1865) Di famiglia aristocratica piemontese, militare di carriera, nel corso della
prima guerra d'indipendenza si distinse nel combattimento di Mortara (1849). In qualità di generale viene ricordato
per la negativa esperienza dell'assedio di Civitella, considerato che le truppe da lui comandate, in netta superiorità di
numero ed armamento, non riuscirono ad avere la meglio su quelle degli assediati; questo gli costò la sostituzione
con il generale Mezzacapo. Fu anche destinato nella provincia di Ascoli Piceno per la repressione del brigantaggio,
che esercitò con estrema spietatezza. Come storico scrisse un'importante storia militare del Piemonte.
(22)
Ferdinando Olivieri (1835-1895) Nato a Civitella del Tronto, sin da giovane manifestò sentimenti patriottici.
Successivamente alla partecipazione all'assedio di Civitella, nel 1866 fu tra gli organizzatori della spedizione
teramana nell'Agro romano, per la quale ricevette una medaglia commemorativa. Dopo l'Unità ebbe parte attiva
nella vita pubblica, ricoprendo cariche nel Consiglio provinciale di sanità, nella Camera di Commercio, nella Società
dei Reduci. Fu anche presidente della Fratellanza Artigiana di Teramo.
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