Compiuto in America il primo giro e presi gli accordi per un secondo, tornò in Europa e si fermò a Londra. Quivi trovò F.P. Tosti, che era arrivato da Roma pochi giorni prima di Lui. Nel rivedere il vecchio e caro amico, col quale, nella più grande intimità, aveva trascorso giorni lieti e felici nella sua Giulianova, dove lo ebbe più volte ospite graditissimo, ne provò una grande gioia e parvegli, dopo la lontananza dall'Europa, avere ritrovato quasi un fratello. Così ce lo descrive:
“Tosti si fece subito a Londra una quantità di belle conoscenze. Giovane, simpatico, insinuante, con una graziosa vocina, cantava un genere di romanze per camera facili, molto graziose e con una forma tutta personale. Non doveva mancargli di far fortuna e la fece. Sebbene io già godessi un buon nome a Londra, pure la prima serata pagata l'ebbi per Tosti. Egli possedeva una potenza che io non ebbi mai, poiché col mio carattere troppo indipendente, non ho saputo trovare mai altre risorse oltre quelle che gli amici mi hanno procurate. Tosti poté conquistare la benevolenza della vecchia Duchessa di Cambridge, che morendo gli lasciò una rendita. In Inghilterra guadagnava quello che voleva, tanto che non aveva bisogno di dar lezioni. Oggi fa parte dell'intimo seguito della Regina.
Io avvicinai amichevolmente il Duca di Edimburgo e suonai innanzi alla Principessa di Galles a S. James Hall, avendo compagne la Patti e la Nilson; ma non seppi farmi presentare alla Regina. Nei tre mesi che fui a Londra guadagnai appena da poter pagare la mia pensione. Anche a Londra c'è la mania de' concerti; e il desiderio di udirli per nulla, è peggio di altrove. In quella vera e cospicua aristocrazia, un mediocre pianista intrigante o un mediocre cantante, trovano sempre delle Ladies che prestano le loro sale, e così abusano della munificenza di quelle signore e rendono maggiormente antipatici i concerti: questi mestieranti disonorano i veri artisti.... L'esule, che scrissi in America per la de Murka, e due pezzi per violoncello e pianoforte, Souvenir d'Amerique, li feci stampare a Londra da Schott.
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