E con questo doloroso ricordo hanno fine le Memorie autobiografiche di Gaetano Braga. Esse portano la data di Milano 22-1-1902.
Gaetano Braga. Dipinto dell'artista Malaspina
Gli ultimi anni di Gaetano Braga.
Come si è detto, Gaetano Braga lasciò Parigi nel 1894, stanco, come egli lasciò scritto, di sentire il grido: Morte agl'italiani, e fissò a Milano la sua stabile dimora. Milano, quando Braga vi andò, cedo la parola al compianto amico Primo Levi, “era tale ambiente artistico, che nessun altro poteva, come esso, riuscire centro di attrazione per tutte le anime buone, per tutti i belli ingegni; e nell'ambiente vasto, complessivo, generale erasi andato formando un più ristretto, più luminoso e più caldo nucleo, del quale tutti aspiravano far parte, pochi riuscivano, appunto perché, per appartenervi, non bastava essere famosi, bisognava davvero essere grandi, bisognava essere buoni". E in questo ambiente, frequentato dalla vera aristocrazia delle lettere e delle arti, Braga seppe subito, non solo affermarsi, ma segnalarsi tra i migliori, conservando, anzi accrescendo la bella fama di che Parigi e la Francia lo avevano circondato. Rinnovò e strinse forti legami di amicizia con le più cospicue famiglie della Città: i Litta, i Borromeo, i Vigoni, i Gavazzi; con Giuseppe Verdi, Arrigo Boito, Antonio Fogazzaro, Eugenio Brambilla, Adolfo Padovan, Alberto Malaspina, che eseguì di lui un bello e vivo ritratto, con Ludovico Pogliaghi, col nostro Gaetano Iandelli, al quale, in quel tempo, vennero tributate solenni onoranze ed Egli fu felice assistervi. (33)
(33)
Gaetano Iandelli, illustre filosofo e cultore insigne delle buone lettere, nacque a
Civitella Casanova il 7 Agosto 1827 e morì, quasi centenario, il 13 Aprile 1923.
Onorò se stesso, la Cattedra e gli Abruzzi nella nobilissima Città di Milano: lo
conobbi negli ultimi anni di sua vita ed ebbi con lui affettuosa corrispondenza epistolare.
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