IO S. Maria aprutiensis
edificato. Invero quel massiccio torrione, che una volta servì, dicesi, da campanile e che tuttora s'appella torre bruciata, di antichissima costruzione quadrata, quel pavimento romano a musaico ora sottostante ali' altare maggiore, gli avanzi di cornici e di capitelli pur romani, le colonne corintie di marmo greco, i bassorilievi bizantini confitti nelle interne pareti della chiesa presente, le tracce ancor più visibili, nella parte centrale di questa, di maniera romanica o lombarda, le aggiunte nel vano dell' aitar maggiore dei secoli xv e xvi mostrano al-l'occhio anche inesperto che molti edifizi in varie epoche e di diversi stili si sono innalzati su questo che diremo a ragione famoso suolo. Questa varietà, dunque, questa moltiplicità meritano un esame tanto par-ticolareggiato quanto ordinato e sotto 1' aspetto storico, siccome abbiamo detto, e sotto quello artistico. E incominciando dal primo, porgiamo qui al lettore le più antiche notizie che si hanno sulla nota S. Maria aprutiensis, nome che le carte del secolo ix attribuiscono ali' antica cattedrale teramana.
3. Checché siasi dell' epoca precisa della costruzione della primitiva cattedrale aprutina, certo si è che le prime notizie sicure della sua esistenza si hanno fin dal secolo ix pel cartulario della medesima, ora sventuratamente smarritosi, ma che nella sua sostanza in gran parte ci è stato serbato dalla cura del Muzii, del Brunetti, dell' Ughelli, dell'Antinori e del Delfico. Il primo documento che ne parli è un placito tenuto in S. Flaviano, ora Giulianova, nell' 897 e pub-