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S. Maria Aprutiensis ovvero L'Antica Cattedrale di Teramo.
Studio storico-artistico
Francesco Savini
Forzani & C. Roma, 1898, pagine 112

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ovvero l'antica Cattedrale di Tcramo. 17
   « censa, et aedificiis destituta funditus obruit ». La città, narra il Muzii (l) fu « abbrugiata e spianata tutta, « forche due cappelle della Chiesa Cathedrale sopra « una delle quali era stato ascosto il corpo del Glo-« rioso S. Berardo, che per miracolo di Dio (piamente « credendo) non furono tocche dal fuoco ». E così ripetono gli storici posteriori.
   6. Distrutta così la vecchia K$\ Maria aprutiensis, che il Muzii <-2-> chiama 6". Maria Maggiore (nome eh' è restato oggi alla strada che vi mena), le due suddette superstiti cappelle formarono la chiesina che si disse già, anche ai tempi del Muzii,(3) di S. Getulio ed ora prende nome da S. Anna de' Pompetti. Quel titolo noi supponiamo derivato da quello di una delle mentovate cappelle, siccome il moderno proviene certamente dal nome della famiglia, che tuttora la possiede. Quando Teramo, per opera precipua del suo vescovo Guido II, poco dopo il narrato, risorse dalle sue ruine, e s' innalzò la nuova presente cattedrale, 1' antica restò, come tale, abbandonata. Non per questo le vecchie mura di S. Getulio sono dimenticate e ne troviam sempre menzione ne' tempi successivi. Così, poco appresso i fatti narrati, quanto è dire nel ii75,w essa chiesa viene ricordata per averne in quell' anno il vescovo Attone tolto il corpo di S. Berardo, onde trasferirlo alla nuova
   (1) Muzii, op. cit., dial. I, § 16.
   (2) Id. dial. II, § 2.
   (3) Ivi.
   (4) ANTINORI, op. cit., ad an. 1175-

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