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S. Maria Aprutiensis ovvero L'Antica Cattedrale di Teramo.
Studio storico-artistico
Francesco Savini
Forzani & C. Roma, 1898, pagine 112

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   S. Maria aprutiensis
   stati costretti a rinterrare, subito dopo levatene la pianta e la fotografia, sono anteriori almeno al secolo in dopo G. Cristo, alla cui epoca del resto pare debba assegnarsi lo stile dei descritti musaici.
   Fra gli avanzi romani rinvenuti nei nostri scavi diversi, sono qui da mentovarsi due grandi frammenti architettonici trovati quasi alla base occidentale della torre e che, a prima vista, sembravano sì ben collocati da farci credere fossero colà parte di un grande edi-fizio romano ; ma una diligente osservazione ci fece tosto avvertiti trattarsi di pezzi colà caduti, per quanto in un apparente ordine. Ora si veggono, sempre nel posto stesso ove si rinvennero, parte al disotto e parte al disopra del piano del fossato di scolo, ed esattamente sovrapposti 1' uno ali' altro, in modo da sembrare un sol masso lavorato: il pezzo di sopra ha la forma di una stele coricata e nella parte curva scanalata all'interno; il pezzo sottoposto gli è simile in tutto, ma è privo della scanalatura. Le dimensioni sono pure eguali: ciascuno difatti è lungo metri 1.24, largo 0.74 e alto 0.37.
   e) Infine, chiuderemo qui il lungo capitolo, narrando che, quale ultimo tentativo diretto a conoscere come terminasse la da noi creduta maggiore navata a settentrione (nel punto ove è ancora visibile 1' angolo nord-est dell' antica cattedrale sull' attuale facciata di S. Anna.), o almeno che cosa ci fosse nella direzione di quest' angolo, scavammo in tal senso. Rinvenimmo tosto un muro della grossezza di metri 0.50, il quale, come scorgesi sulla nostra pianta (tav. VII, n. 16),

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