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S. Maria Aprutiensis ovvero L'Antica Cattedrale di Teramo.
Studio storico-artistico
Francesco Savini
Forzani & C. Roma, 1898, pagine 112

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   S. Maria aprutiensis
   e dall' altra i risultati di questi, escludenti in tutto l'esistenza di un muro che formasse la nave laterale ad occidente, ci assicurano che mai da questa parte sia esistita veruna costruzione appartenente organicamente alla pristina chiesa. E quindi, con ogni probabilità, possiamo credere che le colonne di marmo greco e di ordine corintio della decadenza, e che si trovano ancor oggi ad ornare la vecchia e singolare cappella, non sieno già parte del colonnato delle navate basilicali, ma soltanto avanzi (e ve ne sono altri ancora) romani d' Interamnia, usufruiti, giusta il noto e comune uso d' allora, nella nostra S. Maria aprutiensis.
   Fino a quando poi stesse in piedi siffatto tempio, o almeno fino a quando serbasse intatta la sua presunta foggia, noi, dopo esserci assicurati di siffatta trasformazione da una parte pei frammenti bizantini serviti, come vedremo (§ 16), di materiali alla costruzione della chiesa del secolo xn, e dall' altra per la forma chiaramente romanica o lombarda assunta, come pur ivi diremo, nel secolo xn, dobbiamo appunto trame che la chiesa anteriore, già supposta del secolo vili, restò nella sostanza inalterata e che, solo avendo nella decorazione bizantina dei plutei, degli amboni, ecc., come vedremo, svolgimento nel tempo successivo, resse fino a che nel secolo xn non fu la chiesa in tutto o in parte rifatta nello stile romanico allora dominante. Né tale ultima ricostruzione, anche avvenuta, come noi argomenteremo (§ 17), prima della famosa distruzione teramana di quello stesso secolo, arrechi meraviglia, giac-

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