6o S. Maria aprutiensis
ed anche dell' Oriente, donde a noi provennero, ci porrà in grado di ottenere sufficientemente l'intento. Ma prima di far ciò con bastevole cognizione di causa, ci è mestieri fornire un' idea generale delle due maniere, che dominarono nei due suddetti periodi ; il che faremo con le parole del Cattaneo, che tanto profondamente e felicemente le studiò e le distinse. Egli dunque, paragonandole fra loro, in un luogo della sua opera, (!) scrive che gì' Italiani del periodo detto da lui italo-bizantino, imitando i Greci dell' anteriore periodo bizantino-bar-baro, non solo abbandonarono le figure, ma lasciarono pure da parte « le SS affrontate, le collegate e le fio-« rite, gli ovoli, i corridietro, l'edera, l'acanto spinoso, << le colonnine e i pilastrelli rabescati ed usando di rado « le fusaruole, gli archetti intrecciati, i tralci di vite ; « ed è curioso che delle due maniere usate dai Greci « nel rappresentare i grappoli d' uva, i nostri predi-« ligessero la più goffa e convenzionale, quella cioè di « racchiuderne i granelli entro un listello girato a «. mo' di cuore. Furono a loro assai famigliari le palme, « le croci, le rose a raggio e a girandola, le girate a « fogliami, le perle, i caulicoli rampanti; ma la deco-« razione da essi più accarezzata furono le intrecciature « curvilinee, alle quali dettero uno svolgimento e un' ap-« plicazione così ampia da doverle considerare la nota do-« minante nella scultura ornamentale di questo periodo» ; b} Esposti così i caratteri principali degli stili bi-
(i) CATTANEO, op. cit., p. 141.