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S. Maria aprutiensis
non veggiamo neppure fra i tanti saggi di scultura bizantina datici dal Cattaneo. Nel listello superiore ha una treccia di bel motivo e che, a parer nostro, ne fa attribuire il lavoro al periodo bizantino-barbaro, di che stiamo trattando. Difatti abbiamo esempi di simile intrecciatura nel ciborio di S. Giorgio di Valpolicella del 7i2,(l) nel battistero di Cividale del 737,(2) nel-l'altare di Ratchis pure a Cividale del 744,(3) in un pluteo del S. Agostino di Venezia, ^ nell' ambone del duomo di Grado,(5) nel ciborio della pieve di Bagna-cavallo,(6) in un arco del S. Salvatore di Brescia;(7) tutti del secolo vm. Vero è che nel seguente periodo italo—bizantino non mancano esempi di simili trecce, ma esse sono rare e vi abbondano invece quelle intrecciature contorte e mistilinee, che sono, come abbiamo detto, la caratteristica di tal periodo. Quindi noi, per la semplicità e grazia di questa treccia, greca, a dir così, pel concetto, per quanto rozzamente espressa dallo scalpello, pensiamo eh' essa debba attribuirsi al periodo antecedente bizantino—barbaro, di cui stiamo qui parlando. In quanto poi ali' uso, a cui era destinato questo pezzo, non è agevole determinarlo; potrebbe essere 1' avanzo di una cimasa di porta o di un
(1) CATTANEO, op. cit, fig. 29.
(2) Ibid., fig. 35.
(3) Ibid., fig. 37.
(4) Ibid., fig. 42.
(5) Ibid., fig. 46.
(6) Ibid., fig. 50.
(7) Ibid., fig. 67.