Stai consultando: 'S. Maria Aprutiensis ovvero L'Antica Cattedrale di Teramo. Studio storico-artistico', di Francesco Savini

   

Pagina (76/119)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (76/119)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




S. Maria Aprutiensis ovvero L'Antica Cattedrale di Teramo.
Studio storico-artistico
Francesco Savini
Forzani & C. Roma, 1898, pagine 112

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ovvefo I1 antica Cattedrale di Teramo.
   79
   strato, ma sempre di un' epoca assai posteriore. E ciò sarà facile provare, mercé l'esame e dello stile, in cui essa è stata costruita, e dei materiali adoperati nella fabbrica. E in quanto al primo capo noteremo subito, che nella parte, diciamo così, caratteristica della chiesa ora scoverta composta di tre corpi o vani che vogliansi dire, nella centrale cioè, che è la sola rimasta veramente intatta, il carattere romanico si mostra chiaro. Difatti, malgrado qualche elemento bizantino (quali i capitelli), che negli inizi dello stile lombardo comparisce più evidente, le pilastrate, la volta a crociera e le grandi nervature, caratteri precipui della maniera lombarda, provano sicuramente questa nel suddetto corpo centrale. E ciò provano anche gli esempi nostri locali, giacché le chiese abruzzesi che ancor serbano, almeno nella loro ossatura, le forme bizantine, quali S. Clemente al Vernano, S. Pietro a Campovalano presso Campii, S. Maria in Insula, S. Angelo di Pianella, S. Maria ad lacum di Moscufo, S. Maria di Ronzano, hanno la covertura non a volta ma a tetto, sostenuta da semplici colonne con qualche pilastro e vanno quindi prive di colonne a fasci o appoggiate a pilastri, come si scorgono nelle chiese lombarde e in questa nostra. Lo stile bizantino ammette, è vero, come osserva il Catta-neo,(l) le volte a crociera; ma senza nervature, le quali ei crede introdotte dopo il Mille con la nuova architettura. Dunquq la struttura della parte ora superstite dell' an-
   (i) CATTANEO, op. cit., p. 207.

Scarica