ii
S. Maria aprutiensis
$) Per vari fatti costruttivi : tra essi notabilissimo appare quello dei due rinfranchi a colonne posti, come mostra la pianta (tav. I), di fronte 1' uno ali' altro e verso l'attuale altare maggiore, i quali veggonsi incompiuti e lasciati a mezzo, a parer nostro, mentre si fabbricava. E che sia stato così, ogni riguardante può toccar con mano, osservando l'innesto di ciascuno de' due rinfranchi col corrispondente pilastro che sostiene l'arco della sud-descritta parte superstite dell' antica cattedrale e che dovea perciò preesistcre ; né poi può supporsi che essi rinfranchi, già compiuti, sieno stati o distrutti clall' incendio del 1156, ovvero più tardi demoliti sino al punto che ora veggiamo per 1' esigenza di qualche posteriore costruzione; giacché è evidente, che, cessando 1' innestatura del rinfranco sul sopraddetto pilastro, ove quello finisce, e scorgendosi intatto il resto superiore di esso pilastro, deve necessariamente dedursene che cessò la costruzione là dove finisce l'innesto. Ed anche di tal fatto noi possiamo addurre o, almeno, supporre la ragione nella ruina della città e di questa sua cattedrale; perocché è naturalissimo il credere, che il vescovo Guido, quando vide, come dice la leggenda di San Berardo,(l) impossibile la restituzione della vecchia cattedrale {Ecclesiam posi tam gravem ruinam ad statum suum pristinum reduci non posse) e deliberò di elevarne un'altra non molto lontana (aliam centum fere passibus a priori distantem inckoavtf), non pensasse