Oo S. Maria aprutiensis
giore, e che non è molto antico, ed invece del tutto staccato dall' altro opposto arco verso la sagrestia, il quale, per esser simile agli altri or ora descritti, senza dubbio appartiene alla primitiva costruzione romanica. Dunque le vele di questa volta sono state ricostruite dopo la caduta delle preesistenti e appoggiate da una parte al primitivo arco rimasto intatto e dall'altra ad un altro forse eretto per quel bisogno. Giacché parliamo di questa volta, crediamo utile altresì accennare ai materiali laterizi d' impasto e di cottura romana e forniti di bollo per lo più con 1' S, assai comune nelle rovine della romana Interamnia, i quali insieme coi calcinacci riempivano tanto le nostre vele quanto bastassero a formare il letto pei tegoli moderni. (l) Simili avanzi provenivano dalla prima rovina del secolo vi o da quella del xn? Non è facile rispondere con sicurezza a tale domanda ;
c~) In ogni modo, cessando noi qui dal campo edilizio, forse troppo lungamente battuto, vogliamo aggiungere agli addotti argomenti un altro di natura pittorica, che a noi si rivela nel!' affresco or ora scoperto nel sottarco sovrastante ali' attuale porta d' ingresso
(i) A proposito di materiali edilizi, ci sembra opportuno qui notare, che quelli adoperati fra noi nell' alto medio evo, e fino alla distruzione della città nel secolo xu, appaiono ben manipolati e ben cotti e di maggiore lunghezza e grossezza che non sieno i successivi. Quindi le scarse costruzioni, avanzate da quella ruina, quali sono, a detta anche del Muzii e del Palma, questa chiesa, la casa già Ferraioli ed ora Francese in via S. Giovanni e quella Cioschi nella strada dell' anfiteatro, ci si mostrano belle e solide anche perché messe a fasce alternate di pietra e di mattoni.