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nimbo) il braccio uscente dalle nuvole; un altro nimbo del secolo xn pur crucifero ed esistente in pietra nella porta della cattedrale di Ferrara e riprodotto dal Di-clron,(l) ha la mano nell' interno, sovrapposta alla croce e benedicente alla maniera latina, come nell' esempio teramano, cioè col mignolo e 1' anulare ripiegati e con le altre tre dita distese.
Uno dei soggetti più importanti dell' iconografia cristiana, greca e latina, è certo la mano divina che benedice ; e il celebre Manuale di pittura greco (épliYjveia Tfjs ^wypacpcxf^), scoverto dal Didron nel 1839 in un monastero del Monte Athos e poi da lui pubbli-cato/2) insegna il modo preciso, onde quella mano andava dipinta. Né gli artisti greci, come si sa, potevano discostarsi da tali regole, che reggevano da secoli l'iconografia sacra e che furono raccolte in quel manuale. Sono interessanti, ad esempio, quelle ivi prescritte per la mano benedicente alla greca e riferite dal Didron e dal Durand.(3) L' indice si prolunga in un I, il medio
(1) DIDRON, op. cit., p. 188, fig. 54.
(2) Manuel de peinture (Paris, 1845).
(3) DIDRON et DURANO, Manuel d'Iconographie chrétienne grecque et latine, Paris, 1845. A titolo di curiosità diamo qui in nota le regole per la mano benedicente (alla greca) riferite nell' appendice di quest' opera (p. 455). « Lorsque vous représentez la main qui bénit, ne joignez pas trois « doigts ensemble; mais croisez le pouce avec le quatrième doigt, de ina-« nière que le second, nomine index, restant droit, et le troisième étant un « peu fléchi, ils forment a eux deux le nom de Jésus (iHCOYC) IC. En effet « le second doigt restant ouvert, indique un i (iòta), et le troisième forme, « par sa courbure, un C (sigma). Le pouce se piace en travers du qua-« trième doigt; le cinquième est aussi un peu courbé, ce qui forme l'in-