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dei Lazio e de9 Sabini ; non che i Piceni, t Ve* stini , i Marsi , i Peligni, i Frentani, i Mar-rncini ed i Sanniti : tutti indigeni abitatori dai quali traevano loro origine le dinastie dei Re del Lazio , quélli di Laurento , di Alba e di Roma (i).
Ben è vero , che le istituzioni civili di que-sti popoli si perdono nella caligine dell9 età primitive» Non una lapide non uu bronzo ci resta , che attesti a noi l9 brinine di una regione , di fCM sarebbe pur caro all' archeologo rintracciare le notizie. Vagano gli eruditi a proprio senno fra molte congetture e molti dubbi; ma mi giova il ridire , che quando ci tnanca l9 autorità di classici
fi) Che Giano fosse greco di nazione venuto dalla Perrebbia in Italia , oltre l'autorità di Plutarco (Quaest. Rom* m. ci la sapere Dragone di Corfu presso Ateneo ( Lib. i5 c. 19 ), che Giano condusse i Perrebbi in Italia : vero major a , son sue parole, rohentem animo in Italiam navigasse , et in monte Romae vicino constJisse , quem suo nomine vocavit Janiculum. Strettamente poi connessi ai Perrebbi ( popoli coupé si vuole della Macedouia ) sono i Testini, che siamo noi Aquilani , e che debbono trarre la denòminaziolie da Vesta , connessa a Saturno e Giano. Di fatto Estiei : denominati da Vesta, furono nel-T Enbea, giacche Scilace pone in quell'Isola quattro Città, Carisio*, Erttria , Calcide, ed Estiea $ le tre ultime cori porto. £ qui è a dire, che nessuno meglio di A niobio descrisse V antichità di Giano: Incìpiamus ergo, con si esprime ( Lib. 3. Contra Gentes ) , solcmniler ab Janny et nos palre , quem quidam ex vobis munduui , annum olii , solcm esse prodidere non nulli Qu%hI si arc;piemusy ut veruni sit, sequitur, ut inteli gì debeat r nullu/n un* quam fuisse Janum , quem fuetunl Coelo atque Ile calo procreai um , in Italia regnasse prnmtn , Janiculi oppi di conditorem , palrem Fonti, Fu Lumi generarti, iyuimat marilunu
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