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eia ili quel sacro Iago ( detto oggi di Paterno ), qucli* isola natante sorprendente fenomeno di cui parlarono Sozione , Teo'frasto , Seneca e Vai rone (i). CollegMisi adunque con gli Aborigeni della Sabina , se pria questi aveano cominciato ad unir capanne senza chiusa di nutre ; fu allora , congiunti coi Pelasgi , che sulle cre>te dell' Appenuiuo formarono città propriamenle dette
» aver pregato alla statua di Trofonio , vestito d' una » tunica'di Lino, ornato di bende sacre, andava all'lift racolo sopra un moti te , alla cui cima era un riciuto » di bianche pietre con obelischi di rame. Quivi , den-» Irò uua caverna artifiziale, viueggiava uu'angusto foro » in cui si scendeva per piccole scale ; poi se ne trovava » un' altra sì bassa> da dovervi penetrare carpone; e dove, » appena4 entrati , una gran forza strascinava in luoghi ».dove l'avveuire aprivasi, a chi per vista, a chi per » udito. Uscito ancora coi piedi innanzi , condotto nella » cappella del genio buono e ripigliati i sensi, scrivea » ciò che aveva inteso, e i sacerdoti ne facevano V iuter-» prelazione ».
(1) Si legga all'uopo Mons. Antonio Lodovico An-tinori nel Lib. I. c. 36 ; non che il Marches. Comp. Stor. di Civ. Due. Lib. I. ; laddove ci fecero sapere che i Pelasgi udito l'oracolo partirono per la Saturuia. Giunti presso Cotilia videro V Isoletta fluttuante nel Lago, e ravvisarono il luogo accennato. Con palme in mano supplichevoli pregarono gli Aborigeui di Cotilia , onde gli ricevessero per compagni. E-clusi come stranieri , ripetettero I' istanza , allegando l' Oracolo. Quei di Cotilia, per discuoprire se tale era la volontà di Apollo , audarotio su T Isoletta. Avuta risposta uniforme assegnarono ai Pelasgi il terreno intorno al Lago, dove poi stabilirono abitazioni.
Sì crede che una Fabbrica , di cui restano antiche vestigia pr
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