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L'Archeologo nell'Abruzzo Ulteriore Secondo

Angelo Signorini
Tipografia Grossi Aquila, 1848, pagine 253

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   c Gacla , clic non però si arresero così di leggieri. — L che dirò de' tempi (posteriori ? ognuno conosce le marce , le ritirate , i movimenti , i fatti che quivi ebbcr luogo ; a tal che facendo* simili cose tutte testimonianza del potere di una nazione, i di cui annali presentano al mondo documenti chiarissimi della piò profonda civiltà j oh ! quanto rendono ammirevole la sede di essa Provincia e quindi della capitale degli Abruzzi»
   E potrà mai il passaggiero non sentirsi compreso da rispetto , in pensando che imprime le orme su quella ferra che fu già calcata da popoli antichissimi? su quelle zolle , io dissi , fumanti non che del sangue di magnanimi guerrieri , di quello dei moltiplici campioui di nostra fede 1 — L' Archeologo medita su i tristi avanzi dei monumenti sfuggiti ajla voracità degli anni ed al ferro de9 barbari ; e bene spiega gli arcani de9 secoli e conosce come nuovi popoli passeggino sulle ossa delle nazioni passate, e nuovi templi s'innalzano sulle pietre de9 templi caduti. L'ignorante li guarda con indifferenza , e resta digiuno delle patrie glorie e de'pregi del suolo sul quale nacque. Il pacifico contadino stimola a solchi il bue che scovre coli9 aratro il sepolcro di un' aulico Sabino , turbandone il cenere irreligiosamente , e ne smuove le ferraglie che coprivauo il Suo petto allorché pugnava a difesa della patria. — Oh ! quante volte ristetti muto pensando alle passate età !!! Oh ! quante volte mi fermai riverente innanzi al s    v^ooQie