— ig? —
to de'giusti. È a dire ancora che l'opera su lo* data fu richiesta all'eterno artefice da Sisto V affin di collocarla nel Vaticano; mentre che il Senato Romano con replicate istanze al Vivio era desideroso conservarla nel Campidoglio unitamente alle rarità meravigliose di Roma.
Tra i valenti artisti a cui Aquila fu patria, citeremo parimenti Bartolommeo padre di RafFae» le e del famoso Gaspare. Romanelli, di cui ebbe a dire il Conte Cicognara allora quando prese a descrivere la cassa di S. Bernardino: » Fu que-» sta lavorata da quel famoso gettator di medaglie » e cesellatore Gaspare Romanelli sì valente nel-» 1' arte , che Anton Francesco Doni in una let-» tera scrittagli da Venezia nel i553, oltre vaia rie lodi a lui date, lusinga anche il suo amor » proprio comunicandogli l'ammirazione del Sau-» soviuo per una medaglia che gli avea mandali t«< ». Però se il Sansovino ( quel mirabile scultore ed architetto Fiorentino ) fu largo di encomi a Gaspare Romanelli , non per questo si dirà che Bartolommeo e Raffaele non furono anch' essi emuli del Cellini , e nel cesello a getto e a punta, e nell' oreficeria celebratissimi.
Anch' essi pretendono alla fama di pregevoli artefici Cesare Farititto , e Giuseppe Puppa valenti nell'incisione e nell'oreficeria; l'istorio-grafo Cesare Campana , il quale al sentenziar del Crispo » nel ricamo in seta e in oro nou a» ebbe pari v ; Giulio Bagnolini celebre mac-chinisla , e Giorgio Arciprete di S. Anza pittore e intagliatore insieme. — Che se poi a simili geni la Grecia avrebbe innalzate statue ed eretti monumenti , basti al secolo della Filosofia destarli dui sonno in cui giaciono dimentichi , e con ta-i alien immortali richiamai li a vita novella.
v^ooQie