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CAPITOLO IX.
LE CHIESE O LE VIVENTI GLORIE M AQUILA.
All'elevarsi dell'Impero d'Oriente, il Romano colosso cadde quasi infralito per terra , e con esso caddero ancora tulte le cittì che gli erano sgabello a' piedi ; a tal che a noi un 6olo vestigio noo resta di quelle grandezze quasi uniche negli aunali del mondo. Infatti aprendo le pagine della storia , e percorrendo col pensiero questa provincia di Aquila , che oggi obbedisce alla spada dei Borboni, volgo un guardo a quelle antichissime città che un tempo crescevano splendore all' Impero di Roma. Quanto eran grandi e possenti , quanti popoli famosi vi abitarono! — Tra queste sorgea Amiterno cospicua città de*Sabini, senza i quali i Romani mai fece* ro strepitose couquiste. Fu debellata è vero sotto jl Consolato di Spurio CorviIio , ma dopo di aver contrastato a Rotna il suo incremento e la sua potenza. Uua seconda era Aveja capitale della provincia Aviense , la quale diede spontaneamente ajuto a L. Scipione allorché volle passare in Africa. Di riucontro vedevasi Forcona città de' Vestiui , antichissimi popoli e del medesimo corpo de'Sicoli ; che furono gì' indigeni abitatori del Lazio. Aggiungi Peltuino , Foruli , Test ri na , tutte teatri di grandi avvenimenti , or libere v or serve, videro uel loro grembo Aborigeni , Sicoli , Pelasgi , Romani , Cartaginesi, Longobardi , Normanni , Angioini , Aragonesi , Principi vittoriosi, Principi fuggitivi, prepotenti Baroni , guerre intestine, invasioni straniere , stragi e rapine crudelissime. é
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