— imperò in quésto che sventura ebbe spente le glorie e le virtù de9 padri nostri , e delle loro terre natali ; presso quelle venerande rovine sorgeva Aquila, l'aerea città di Federico, che dal* la numerosa popolazione e dai belli edilizi prepara va sia porgere la roano alle citta Capitali. Quindi Papa Alessandro IV vedendo che questa novella Città rifioriva di belle speranze , e che fin dalla sua cuna parteggiava per la Guelfa bandiera , ossia per la Chiesa ; con sua Bolla ordinò nel 1357, che il Vescovo e Capitolo di Por-cona su menzionata si trasferissero in Aquila, e fin d' allora nohilitossi col titolo di Città: Quo-niam , qui chiosa T Ughellio, %ea sola appeUaba• tur Civitas , quae Episcopali dignitate erat exornata i et Aquila ab Alexandri IP tantum temporibus eo dignitatis provecta est (1). £ mi
(1) Pria che per Bolla di Alessandro IV si trasferissero in qoesia cittk il Vescovo e Capitolo Forconese, ti si distingueva la Collegiata insigne di S. Biagio di Aroiicrno ( oggi S. Giuseppe ), con V Arciprete che esercitava la sua giurisdizione ordinaria nel Civile e nel Criminale f tanto dentro la Cittk io quattro sue Chiese e un monastero di Monache, quanto fuori in lutti que*castelli e terre che f distruttosi Amiterno, si fabbricarono i cittadini dalle di lui rovine rimasti. Una simile giurisdizione poi si canonizzò nella Sagra Congregazione del Concilio nell'anno i5}3 , da que1 medesimi Padri che nove anni prima erano intervenuti alla celebrazione del Concilio di Trento. Appoggiati non solo all'immemorabile possesso , ma air essersi pienamente avverato ( per antichi documenti riconosciuti con esattezza ), che siccome la cittk dell1 Aquila è la stessa che anticamente la cittk di Amiterno, così la Chiesa di S. Biagio dell'Aquila è la flessa che la Chiesa di S. Vittorino d' Amiterno ; onde ebbe a dire Leone X: Archipresbylcralum E cele*. S. Blasii de S. Ficlorino Aquilan. qui dignitas principato «mliltì eie.
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