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L'Archeologo nell'Abruzzo Ulteriore Secondo

Angelo Signorini
Tipografia Grossi Aquila, 1848, pagine 253

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   branca del giorno del riscatto fra le umane generazioni 1 In questo cesello adunque in cui argutamente Nicolò di Guardiagrele si avvisò di profonder tanto d'arte e d'ingegno (i), è da contemplare innanzi ogn' altro quel carattere Divino ad un tempo e sofferente 9 che forma V archetipo ideale, dirò così, della effigie di Cristo. Àncora sono visibili i. vestigi della ferocia Giù-daica su questo salatissimo frale ; ma la soave leggiadria di cui è diffuso , la santità ch'ogni parte spira , ci rendono commovente non atroce fa vista di quelle piaghe e tormenti. In fatti gli occhi , benché chiusi , mandano ancora parte di quella luce celeste in cui brillarono quaudo egli raccomandò Io spirito al Padre ; par che suoni su que' labbri la parola con cui intercesse per i suoi carnefici ; apparisce in quella divina sembianza la impronta dell'amore infinito che a morte il condusse : e queste espressioni potenti e graziose oh ! quanto si addicono al simulacro dell'uomo Dio. — L'è al fianco l'Evangelista dell' amore : quel Giovanni che a piè della Croce raccolse il sublime retaggio dell'affetto di Colui che or qui si lamenta; dall'altro lato sta la-Vergine , e par che senta un' intensità sovrumana di dolore, quella operosa pietà che stringe i cuori e loro toglie vita e favella. Due angelici Paraninfi cou bell'arte qua e là interposti manifestano con bella movenza di capo , di volto , di sguardi e di mani un' affetto da cui non è disgiunta la venerazione. Che se affissi lo sguar*
   (t) In questa Croce leggesi la seguente iscrizione'in eifre gotiche — ' pus Nicolai Andrene de Guardia. A. D. M. CCCCXXXIilL V
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