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L'Archeologo nell'Abruzzo Ulteriore Secondo

Angelo Signorini
Tipografia Grossi Aquila, 1848, pagine 253

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 11! _
   per citi U casto pensiero deUa tomba fu sempre la Ionie inesauribile di generose e patetiche ispi-razipni , o coafte sentenziava Hervey : U sepolcro è il uuiesù a più grande di tutti i maestri. Allorché sì osservano quelle facce assonnale , quel flessibile andar delle membra , quel dolce rilevar di muscoli ; aggiungi i due doleuli augrli e di leggiadria raffaellesca, le statue di* a due lati £m corona al tumulo, ialine i fregi nude comprasi l9 intiero monumento ; tulio itisomma è leggiadria è tutto avvenenza. — Tanto bene l'a-nimator de9 marmi Silvestro Ariscoia seppe una madre ed una figlia in un sepolcro medesimo comporre !
   Dato un vale alle ceneri di quella illustre donna , e volgendo lo sguardo a dritta si vede altro gentil lavoro, pregiatissima opera di Rinaldo Fiammingo. — Tu sei sui Golgota... luttuosa è la sceua... l'aere è fosco qual s'addice al giorno che vide morto il Salvatore dell'umanità , l'uomo perfetto che compie 1' eterno volere del Padre. Fgli pende dal (latibolo cou quel-l'agonia che nulla à di mortale , e sembra che abbia allora allora promesso il Paradisa al pentito ladrone , ovvero dato in Giovauui uu' altro figlio alla Madre, o eoo quel memorando Con-summatum est abbia già placata quella tremenda giustizia che non si voile chiamar soddisfatta se non col sangue di un Dio. Nella grandezza sorprendente del quadro si vede la turba infamo di Sionne , quasi paga per aveigli fatte le villanie maggiori del mondo, nè di lui alcuno prende pietà , eccetto le due Marie , 1' una abbracciato il sacro legno, l'altra dall'un de'lati guarda il suo diletto , avendo sul viso quel dolore