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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   nò degna dei suoi scritti che Girolamo Santacroce, Marco Ca. labrcse, Cola della Matrice e Giovanni Mirliano da Nola, affermando che dopo Giotto « egli fu n, rniMO a par vedere nei,la nostra Città cose grandi ed onorevoli: e nella vita di Marco
   si rallegra di avere finalmente trovato un 1u:0n pittore in un paese, dove non nascono uomini 1)1 simile professione. MÙlU-
   to, diligente, pazientissimo noi raccogliere le notizie ilei maestri Toscani, le opero dei quali ricorda, giudica ed illustra, mostra d'ignorare del tutto le cose che ci appartengono, o spesso cade in grossolani errori, che egli avrebbe potuto in buona parto evitare.
   Gli scrittori che tennero dietro al Vasari, seguirono le orme di lui, e gli artisti Napoletani, dimenticati, disprezzati e poggio. non ebbero diritto alla venerazione ed alla riconoscenza ilei posteri; non si volle riconoscere resistenza di una scuola e di una arte Napoletana , già floreale, fui dai lempi Ducili, tempi gloriosissimi per Napoli, Benevento, Amalfi, Salerno, lìavello. Cnpua : arie, la quale progredendo sempre noi secoli posteriori. splendida apparve durante il glorioso regno dei Normanni e degli Svovi; nò tener presente la differenza ed il fare direrso che distinguo Francesco e Fabrizio Santa fede, Bernardo Lama, Carati ino. Falcone, del Po, Micco Spada ro, Salratar Uosa, Luca Gior-dano, Giacinto Diana, il Sol imene, o gli artisti dell'altre scuole italiano. Ad onor del vero, vanno ricordali il Malvasia di 1 infogna, il Ridolft di Venezia, il Maff'ei di Verona, il Dedominiris di Napoli, e Fatiate Lanzi, che in epoche diverse non seppero acconciarsi alla rude sentenza, e dubitarono delle ardito all'orinazioni dello scrittore delle Vite dei più eccellenti arletici della Toscana. 11 Lanzi, uomo di Acerrimo ed imparziale giudizio e di gusto finissimo, presta fede alla esistenza di una scuola Napoletana, dalle sue origini /ino ai tempi suoi, da Ini posta per bene tra lo scuole Romana, Bolognese, Fiorentina, Veneta o Lombarda: il Bedoniinicis volle mettere in luce il merito ed il valore dei nostri maestri, illustrandoli col suo libro — Le Vite dei pittori, scultori ed architetti Napoletani. Ma per male inteso amor di patria, egli in questa opera non dubitò di falsificare documenti, nomi ili artigli, opere, date, accumulando inesattezze ad errori, e traendo dalla sua fantasia le memorie del Cavaliere Massimo, di 1\ do Mal leis e del Noiar Crisconio. Cosi troviamo ricordato fra i