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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   lo splendido marmoreo mausoleo di S Pietro Celestino nella Basilica di Collemaggio, e che rivaleggiava e manteneva esteso il florido commercio con Venezia, Siena, Verona, Firenze e con le altre città d'Italia (1). E tanta rinomanza aveva acquistata, che la stessa Firenze mandava in Aquila giovani per ammaestrarsi ; e per lo stesso scopo ivi si recò Bernardo Segni, come ce ne fa prova un istrumento stipulato in Aquila addi G Giugno 132.~> da Notar Giovan Crisostomo della Baiate per compra fatta dallo stesso Segni (2); in questo documento tra l'altro si dice che il famoso isterico dimorò più anni nella città a fine di esercitarvi la mercatura, cosa non creduta sconvenevole ai nobili, ed in Aquila trovò non pochi imitatori, tra i quali ci piace ricordare il nome di Jacopo di Notarnanne. E dalle istorie del Villani e di Ricordano Malaspina si raccoglie, che Aquila, a causa dell'esteso e florido commercio che esercitò con i Fiorentini, acquistò gli stessi costumi ed infierì nelle istesse guelfe e ghibelline inimicizie, ivi esercitate dai Bonagiunta, dai Todini, dai Pretatti, dai Roiani, dai Camponesclii e da altri.
   Il primo banco degli Abruzzi, come lasciò scritto Crispomonte, era quello dei Colanlonii, nobili Aquilani, che gareggiava con quelli delle principali cillà della Penisola e con i banchi stranieri; ma il commercio e la coltura non fe'diineulicare e deporre agli Aquilani gli spiriti guerrieri, come lasciò scritto ilCarafa: «nam populus
   (1) Dalle istorie ilei Villani e ilei Mila«pina, come di sopra abbura detto, si raccoglie che la Città di Aquila, a causa de' frequenti commerci che ebbe con i Fiorentini, acquistò gli stessi costumi, ed infieri nelle «tesse guelfe e ghibelline inimicizie, che ivi vennero esercitate da' Bonagiunta, da' Todini, da' l'rctatti, dai Rojani, da' Camponeselii e da altri. Il primo banco degli Abruzzi, Cume lasciò scritto il Crispo (rns), era quello de' Cnlaulanii, nobili cittadini Aquilani, ed uua delle prime stamperie introdotte in Italia lu quella di Aquila , ove recossi , e vi apri un officina nel 1478 Adamo de Itotwil, scolaro di Outtemberg. E furouo stampate, preziosi cimelii, non poch>' opere: Le vite di Fiutavo; un Trattato de t^tte. r.;i jfi>iv ditene rh- pane Santa Madre E desia etc.-, un Trattato dell' Im-maculata Concezione; le favole. d'Esopei; gli Eradimenta puerorum Elii Donati Grammatici; ed altri particolarmente descritti dal Giustiniani e dagl'istorici Aquilani.
   (2) V. Tiruboshi, Leti. Ita!, viti del Segni : il Db Torrbs ricorda questo istrumento libila sua Sf:aiirii mmo\critta intorno al deposito di S. Bernardino di Siena, che presso di ine si conserva, inviatami dalla squigi.a cortesia del mio egregio amico, il Marchese Giulio Drngunctti de Torres, al quale pubblicamente qui esprimo i sensi della mia riconoscenza.
   Dindi — Artisti Abruzzesi. 2