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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   Ranieri Nicolò di Guardiagrcle. Nacque il 14 luglio 1749 da onesti parenti, osi mori il 1850.
   Fin da fanciullo mostrava svegliato ingegno e somma inclinazione alla pittura; od ancor tenerello, da sé, senza ajuto alcuno di maestri, si esercitava nel disegno, non potendo, a causa della assai modesta fortuna de' suoi genitori, recarsi fuori paese, in più vasto centro, ove meglio avesse potuto attendere al nobile, ma difficile tirocinio dell'arte. D. Carlo Santolcsi suo concittadino lo ammaestrò nelle belle lettere, nella lingua italiana e nella storia, dalle quali discipline ebbe a ritrarre in appresso non piccolo profitto. Un padre Francesco, alquanto perito nel disegno, iniziò il giovanetto nei primi rudimenti dell'arte: e dopo qualche tempo, con poveri mezzi, ma pieno l'animo di fede e di nobile entusiasmo affrontò sicuro l'avvenire. recandosi a Roma, metropoli delle arti, augusta conservatrice delle più insigni opere dell'umano ingegno. Quivi studiò con metodo il disegno, e perfezionò il suo gusto nello studio di que'capilavori, che ne' pubblici e ne' privati Musei si conservano, disegnando e ritraendo con la matita i soggetti più belli. Tornato in patria, già provetto nell'arte, e con ottimo corredo di cognizioni e di esperienza, condusse non poche opere, tra le quali la Natiei/n di Cristo, S. Matteo, Mose salvato dalle aerine, Rachele che. abbandona Labano, Davidde. il quale fugge dall'ira di Sanile, che vengono con religione custoditi dalla famiglia Pascucci. Parecchi suoi dipinti adornano la Chies i di S. Agostino di Aquila, e tra ossi, pregiatissimi quelli che rappresentano soggetti tolti dalla vita del Santo Vescovo d'ippona: anche nella Chiesa de' PP. Osservanti di Lanciano si ammiravano alcuni quadri del nostro Nicolò, tra i quali un bel N. Giovanni da Capeslrano.
   Questo egregio artista Abruzzese adornò col suo pennello altre Chiese o non pochi palagi ile' principali signori delle nostre Provincie. Raccolse nella sua casa, con amore infinito, quindicimila incisioni in rame de'migliori capi lavori degli antichi, dallo .studio de'quali egli ernsi formato quello stile puro e corretto, che forma cortamente uno dei migliori pregi delle opere da lui eseguite. Questi rami però furon quasi tutti bruciali, insieme alla sua casa, da' francesi, nella triste congiuntura del 25 febbrajo 1799: di tanti egregi modelli, con immense fatiche e spese raccolti, appena 1000 ne potè salvare!