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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   pini foglie, edere e fiori. Quattro angioli a'quattro lati nelle estremità superiori del baldacchino, poggiati su fantastica base, sostengono corone e festoni ; nel centro della sommità dello splendido monumento, una croce grandiosa, a guisa di fastigio, lo corona.
   È questa un'opera davvero insigne , condotta con grande precisione e finezza d'intaglio e somma perizia di arte. È sul modello, o a dir meglio . e copia della famosa tribuna, detta Confessione di S. Pietro, una delle più grandiose opere che Urbano Vili fece fondere al Cavaliere Bernini, e per la quale il celebre artista durò nove anni di ben rimunerate fatiche , senza però ottenere altro intento, che quello di tagliare alla vista, con un incom-bro sterminato di bronzi, la smisurata ampiezza del tempio, che dovette accogliere nel centro, sotto l'immensa cupola di Michelangelo, quel gravissimo baldacchino, superante in altezza i più alti palazzi di Roma. Questa opera, che da Lelio Guidiccioni fu iperbolicamente chiamata degna casa degli Apostoli, erario del Cielo, macchina eterna e sacrario di decozione, contribuì non poco a fare uscire la statuaria, ed anche ili più l'architettura, da' suoi giusti confini, dando alla medesima un andamento sregolato; e cosi questa utilissima fra tutte le arti del disegno, che più delle altre sorelle si presta al grandioso, perde le giuste proporzioni , caricandosi di volute, di festoni, di padiglioni, frange di bronzo e di altre superfluità inutili e fastidiose.
   Il nostro Riccione scolpi pure varie figure ad alto rilievo negli armadii della sacrestia, e gli altari stupendi delle diverse cappelle, con statue di Santi, colonnino attorcigliate e fregi vaghissimi. Questo opere egregie furono dal valente artista intagliate durante il vescovado di Giuseppe Spiateci di Fermo, già consultore del S. Officio e professore di ragion^ civile, e poscia luogotenente generale ne'governi di Todi, S. Severino, Faenza, Cesena, Castello, Viterbo e di tutta la Provincia del patrimonio, dove rimase pro-governatore dopo la promozione del Cardinale Acquaviva. Questo prelato lasciò di se in Atri buona fama, rendendosi soprattutto benemerito per la istituzione di un Monte di Pietà, cui provvide di dote e di savii ordinamenti (1).
   (1) V. SiRRiceni» , Annali Ecclr.iiaxtiri mss. importante opera clic io ho consultata, u i-lie, insieme ail altri lavori 'li siori.i paii-ia ilei lion. morilo cittadino Atriu-no, si conserva nella '.'Spitale Casa de'suoi cirretri discendenti.