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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   E poco appresso nel 1570 fu consacrato e dedicato l'altare maggiore dal Vescovo Paolo Odescalchi:
   * Anno a nativitate Domini 1570 die XIII Augusti, Pontifica-« tus Ssmi Dni Pii Papae quinti Rmns in Christo Pater et Do-« minus Paulus Odescalcus Novocomensis Dei et Apostolicae Se-€ dis gratia Episcopus Adriensis et Pinnensis consecravit et de-« dicavit hoc Altare majus liujus Ecclcsiae ad honorem Omnipo-« tentis Dei et gloriosae Mariae semper Virginis ; et in ilio po-« suit de reliquiis Sanctorum Apostolorum Mattaei, Simonis et Ju-« dae, S. Stephani Prothomartyris, et do maxilla et dentibus San-« ctae Apolloniae Virginis et martyris: et in die consecrationis « pracdictae concessit visitantilnis de vera indulgentia.
   Riccardo maestro di Orfana. Fiori nel XIII secolo e fu scultore pregiatissimo, come lo provano le belle opero d'intaglio che si ammirano nella porta maggiore della Chiesa di Orfana a mare. Ivi si legge la seguente iscrizione, che ricordi il nome del benemerito artista Abruzzese:
   Anno Domini mcclv.
   Hoc opus fecit magister Riccardus d. o.
   Ricci Aurelio di Chicli. Fu canonico della Cattedrale e dottissimo maestro di musica, fiorito sulla fine del XVI e su i principii ilei XVII secolo. 11 Nicolini (1), che lo dice mollo virtuoso et eccellente nella musica, lascio anche notato avere il nostro Pěcei scritto un trattato, a' suoi dě celebratissimo, che porta il titolo: De Duplici Christianouum militia.
   Richj Pasquale di Aquila, pittore e poeta. L'Antinori lo dice artista certamente non dispregevole. Fu discepolo di Pompeo Cesura, e condusse quadri ed affreschi nelle chiese di Filetto, Capitigna-no etc. Sa rappresentare con evidenza, e si lascia ammirare per buon disegno, ottimo panneggio, facili e naturali scorci, teste grazioso, esatta osservanza delle leggi della prospettiva. I suoi dipinti mancano perň di quella espressione, che rende immortali le tele del Cesura. Visse verso il 1590, come si rileva da un quadro rap-
   ili 0,i. r. pag. 05, cap. I.