Stai consultando: 'Artisti Abruzzesi Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI', Vincenzo Bindi
Pagina (265/309) Pagina
Pagina (265/309)
Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300
— 258 —-
Molti altri pittori Napoletani, come Giacomo Faretti, il Cav. Malinconico, Francischillo di Muro ed altri ancora hanno dipinto in molte Chiese e ne' palagi dell'Aquila.
Santarelli Giov. Antonio di Manoppello.
L'arte d'intagliare pietre dure è antichissima' ed i Musei d'Italia, pubblici e privati, sono ricchi di opere siffatte, che formano anche oggidì la meraviglia degl'intelligenti. Ma mentre gli antichi scrittori Greci e Romani ci lasciarono ricordi dei più valenti pittori, scultori ed architetti, neppure una parola consacrarono alla memoria degl'intagliatori su pietra dura.
Il Santarelli, che appo noi fu il restauratore della Glittica, e che insieme al ricordato Rcga rese tanto celebre il nome Abruzzese, nacque a Manoppello il 20 ottobre del 1758. I suoi genitori furono Francesco di professione agricoltore e Maria Angela Casagena: fanciullo ancora mostrò una invincibile naturale disposizione per le arti meccaniche e pel disegno, dilettandosi a ritrarre dal vivo uccelli, animali e statuette con molta grazia ed ingenuità. Studiò i primi elementi dell'arte presso un cattivo pittore del suo paese, e poscia si esercitò a modellare con un fabbricante di rozza figulina. Il P. Francesco Antonio Carnesale, ammirando l'ingegno del giovanetto, seppe vincere le ritrosie del padre che volealo agricoltore, e lo consigliò ad intraprendere fiducioso quel cammino che conduce all'immortale tempio della gloria. Tra i primi lavori, compiuti in una età quasi infantile, deve annoverarsi un Cristo morto ed un S. Antonio di Padova, che si conservano nella chiesa del Rosario di Manoppello.
Nel 1778 il. giovane Francesco Antonio si recò in Guardiagrele, terra feconda d' ingegni e d' illustri tradizioni artistiche, ed. ivi divenne discepolo di Nicolò Ranieri, da cui apprese lo vere norme del disegno, il gusto e l'amore per lo opere classiche. Di Nicola come di Antonio Carnesale egli conservò sempre grato ricordo : in una lettera al signor Giacinto De Santis di Manoppello, pubblicata dall' egregio cavaliere Blasioli, il Santarelli scriveva : t Se al mio carissimo padre maestro Carnesale mancasse il più « piccolo comodo e bisogno nella sua avanzata età, ne sarei dolen-« lissimo, e di grazia la prego nel momento istesso, che crede e « vede che gli possa far piacere, di avere la compiacenza di dargli « duo doppie di sei ducati a titola1 di recitare secondo la mia in-