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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   Nacque il Sette sulla fine del secolo XVII, e mori nel 1648, come si rileva dal seguente epitaffio, inciso sul modesto monumento che gli fece innalzare il fratello Equizio:
   S. T.
   Franciscus Antonius Septis Civis Aquii-anus Pictor cximius admirabilis Ideo mullis Principibus carus Hierosolimitano Patriarchae carissimo hi pictorum Accademia saepe laurea decoratus Virtutibus onustus quicscit hic Donec optata veniet.
   Equilius de Septis germano fratri in poster, memoriam
   D. D.
   Anno Salutis MDCXLVIII.
   Setta seniore, pittore figlilo di mediocre valore. Dipinse per la Chiesa di S. Donato di Castelli.
   Setta, Bartolomeo di Castelli, pittore su figulina. S'ignora l'epoca della sua morte e le opere dal medesimo compiute.
   Ci cade qui acconcio di ricordare un egregio pittore su figulina, del quale non ragionarono nè il Bonghi, né il Posa, né il Cherubini, nè alcun altro scrittore di ceramica Abruzzese, e che pure visse due secoli prima di maestro Renzo (v.) e di quel Tito Pompei, che il Rosa crede essere stato il primo ad illustrare
   10 figuline Castellane: esso è Bartolomeo di maestro Giocondo. Sappiamo infatti (Muzii, stor. di Teramo, ms.) che nel 1372 Roberto della potentissima famiglia àe'Melatino di Teramo fece edificare la sua casa avanti la piccola Chiesa di S. Luca, e sopra
   11 portoni; di essa ordinò che si collocasse il proprio stemma, lavorato in figulina da Bartolomeo di maestro Giocondo, rappresentante un albero di meli con frutta, sormontato da grosso cimiero colorato. Volle pure che il cimiero, in luogo di essere adorno di piume, venisse fregiato da un piede umano, dal cui pollice pendeva una catena, terminante in ceppi, col motto, in dialetto teramano:
   Io so bracchu rissoso pe natura De offendere a chi me sdegnà se procura.