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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   È certo che l'arte moderna a Napoli ha fatto nei paesaggio grandi progressi per opera principalmente di Yertunni, La Volpe, Rossano, Michetti, Dalbono, Laccetti e di altri valorosi, duce supremo l'altro illustre Abruzzese, Filippo Palizzi; ma l'oblio non coprirà certo il nome di Gabriele Smargiassi, che vivrà glorioso nella storia dell'arte.
   Solario Antonio detto lo Zingaro, celeberrimo dipintore Abruzzese.
   Nacque egli in Civita di Chieti nell'anno 1382 da un povero fabbro, ed esercitando il mestiere paterno si recò a Napoli, ove condusse lavori in ferro per i più ricchi signori di quella Corte. Nella sua giovinezza si accese diardentissimoamore per la bella e gentile figliuola di Colanlonio del Fiore, il più illustre pittore Napoletano de'suoi tempi, allievo di Francesco de Simone, durante il Regno delle due Giovanne, e la chiese in isposa; ma udito dal padre di lei, che glie l'avrebbe concessa se depo dieci anni fosse divenuto buon pittore, egli, pieno di fede, promise; e, come in appresso Quintino Mesis fiammingo, da umile fabbro, per l'orza di amore, volle mutare i ferri in pennello. '
   11 Solario parti recandosi ovunque erano maestri eccellenti e famosi; e prima visitò Bologna, e poscia trasse a Ferrara, Venezia> Firenze, Roma, perfezionando talmente il suo gusto, e studiando con tanto amore, che tornato poi a Napoli non solo mostrò d'intendere la prospettiva meglio, di qualunque altro artista del suo tempo, ma con gli edifizii, che egli di continuo ne'suoi lavori ritrasse, fece sempre più famigliari ed imitabili gli esempi splendidissimi della greca e romana fabbricazione. A Roma visse amico di Gentile da Fabriano, comp a Firenze aveva conosciuto il Bicci, a Venezia il Viva rini, a Ferrara il Galasso: forse mise l'opera sua ne' quadri di ( lentile, chesi ammirano nelle Logge Vaticane, se vogliamo prestar lede a Luca Giordano, che disse—quelle leste a lui parer vice-Tornato a Napoli, ebbe, premio delle sue fatiche e de'durati sacrifizi^ la mano ed il cuore di colei, che tanto aveva amata e per cui acquistò invidiata fama di artista,
   uscendo dalla volgare schiera !
   Sali in breve a grandissima rinomanza: ed Alfonso, che aveva