Stai consultando: 'Artisti Abruzzesi Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI', Vincenzo Bindi

   

Pagina (282/309)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (282/309)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 275 —-
   posto termine al magnifico palagio Reale, da lui incominciato col disegno di Giuliano da Majano, volle che lo Zingaro ed i discepoli di lui, Pietro e Polito del Donzello, lo adornassero di pitture.
   Egli dette fuori una quantità immensa di lavori, fra i quali ricorderemo i dipinti del Noviziato, detto prima la Cappella di Mon-teoliveto; il quadro bell'altare maggiore della Chiesa di S. Pietro ad Aram,', il Crocifisso di S. Maria a Chiaja; la tavola rappresentante S. Francesco d'Assisi nel Cappellone della Croce di S. Lorenzo; l'altro dell'altare del Crocifisso in S. Domenico Maggiore con quattro Santi Domenicani; l'arco delia Cappella della stessa Chiesa, ed altri non pochi a Napoli ed a Roma. Ma il suo capolavoro, che mostra la suprema eccellenza da lui raggiunta nell'arte, trovasi nei Chiostro di S. Severino. Ivi il Pittore Abruzzese dipinse a fresco i tatti più memorabili della vita di S. Benedetto, secondo ne avea scritto S. Gregorio Papa, mostrandosi artista grandissimo e per la conoscenza delia prospettiva lineare ed aerea, per la bella architettura, dalle purissime linee, di cui seppe adornare la composizione, per la bontà del disegno, per la vaghezza e l'armonia del colorito, per la \erità e varietà delle espressioni. Egli si rivelò altresì in quest' opera grande paesista, rappresentando immensi e stupendi paesi, grandiose masse di alberi, lontani sterminati; deserti popolati da anacoreti e da demonii; portici, palagi, e conventi; magioni di principi, tugurii di eremiti; campagne, ma rine, laghi, su cui si specchiano castelli incantati, insomma tutto °iò che è più selvaggio e più splendido in un mondo ideale e fan-astico. E cosi questo insigne Abruzzese doveva sollevare 1' arte Napoletana ad un'altezza, ove riverenti l'ammirarono i posteri. Fu egli altresi eccellente miniatore; ed il Signorelli (1) descrive minutamente le opere dal Solario miniate, che un tempo appartenevano alla libreria del Valletta acquistata in appresso dai PP. Ge-rolomini.
   Mori nel 1455 di 73 anni, e fu capo di una Scuola egregia dalla quale uscirono i fratelli Pietro e Polito del Donzello, Angiolillo Roccadirame, Nicola de Vito, Silvestro Buono, Simon Papa, e tanti altri valentissimi.
   Ecco quanto la storia artistica narra di questo famoso, e, dicia
   (1) Vicende della cultura delle due Sicilie.