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Artisti Abruzzesi
Pittori Scultori Architetti Maestri di Musica Fonditori Cesellatori Figuli dagli antichi a' moderni. NOTIZIE E DOCUMENTI
Vincenzo Bindi
Arnaldo Forni Editore, 1883, pagine 300

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a cura di Federico Adamoli

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   Chieti,negli scritti inediti delSalconio di Penne, dell'Antinor i di Aquila, del Fella e di P. Polidoro di Lanciano, che pure tanto amorosamente si occuparono della storia artistica della nostra Regione. Ma dall'altra parte, finché con un valevole documento non verrà distrutta la tradizione di tanti secoli, che riconosce Antonio Solario per pittore Abruzzese, noi non ci priveremo della gloria di onorarlo come nostro concittadino. Ed è per questa sola ragione, che lo abbiamo allogato tra gli artisti delle nostre Provincie.
   Solario Simone di Atri? Visse nel XVI secolo, ed a me pai o ignoto del tutto nella storia dell'arte, non trovando il nome di lui nel Lanzi, nel Baldinucci, nell'Orlandi, nel Ticozzi, ed in nessun altro scrittore. Nel palazzo Comunale di Atri si vede un dipinto rap presentante YEpifania: bella composizione, ricca d'innumerevoli figure, che mostrano magistero non comune di colorito e di disegno, e perizia nella espressione degli affetti e nella disposizione delle parti. Porta questa semplicissima epigrafe:
   Simon Solarius fecit.
   1665.
   Tancredi di Pentima, egregio architetto e scultore. Di lui ragiona il Milizia nelle memorie degli Architetti antichi e moderni ( 1). Fu egli autore della grandiosa fontana detta della Riviera, con 99 cannelle, edificata nel 1272 sotto il Capitano della città Lucchisino da Lucca: di questa opera lasciò ricordo il Cirillo con le seguenti parole (2) € Quietate poi le cose del Regno, et per alcuni anni con-« tinovando la pace, la città dell'Aquila venne aggrandita molto et « ampliata d'edifficij publici et privati, et sotto la pretura di Luc-« chisino da Lucca, fu fra l'altre cose fatto l'ornamento et uotabil « fabrica che hoggi si vede nel fonte della Riviera, il quale cosi per « l'abbondanza dell'acque come per la struttura di esso, fu reputato « il più bello che in Italia si vedesse in quel tempo ». In questa moti) Turno I, pag. 155.
   (2) C. Annali della Città di Aquila etc. pag. !>.