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Biblioteca Storico-Topografica degli Abruzzi

Camillo Minieri-Riccio
Pe' tipi di Vincenzo Priggiobba Napoli, 1862, pagine 470

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   biblioteca deoitf abruzzi
   stagno delle acque che cadevano da' monti da' quali è dominala , e de' fiumi che la circondano, e cbe i primi suoi abitatori dando lo scolo e la direzione a'fiumi ed a'fooli, ridussero quelle lagune prati da pascolo e terreni coltivabili. Proseguendo a trattare dell'agricoltura osserva che della popolazione del Teramano di 14.0 mila anime, soli i5mila uomini sono addetti all' agricoltura, i quali coltivando solamente parte del territorio, in ciascun anoo colle loro fatiche dànno 1260000 moggia, di grano e di specie cereali, de quali toltooe 72omila moggia pel consumo della popolazione, e aiomila per la semenza , rimangono 33omila lo mola le da vendersi. Per la qual cosa attirandosi gli oziosi alla coltivar zione di altre 5omila moggia di territorio , si avrebbero in ciascun anno 58omila tomolate di grano e di specie da vendersi , e cosi l'introito di circa Soomila ducati. Passando alle arti poi dimostra come esse furono sempre neglette per le continue sciagure sofferte , e perciò la distruzione di Teramo per mano del conte di Loretello , la decadenza delle manifatture della lana, le continue incursioni de' banditi, i gravissimi pesi fiscali, le dissenzioni cittadine ; per le quali cose vedevansi mancare in Teramo anche l'ottonaio» lo stagnaro , il fabbricante o il racconciatore di ombrelli, e perciò gli abitanti del Teramano obbligati a comprare dall'estero pure i candelieri le lanterne le lucerne e quanto riguarda quelle arti usuali e necessarie ad un. popolo anche rozzo. Il quadro del commercio del Teramano in fine è desolante. E-ranò quelli abitanti obbligati di portare i loro prodotti io Sinigaglia per venderli, ed in qualche anno alcune barche napoletane vi andavano a prender grano, ma a prezzo vilissimo, profittando della impotenza de'Teramani di trasportarlo in Ancona in Venezia e in Trieste, luoghi i più vicini ad essi. È questo un lavoro dotto e ben condotto, col quale l'autore dà le norme per rendere florido il Teramano òol-r l'incoraggiare 1' agricoltura le arti ed il commercio, ecoll'a-bolirsi vari abusi e diversi inconvenieoti.
   1212. Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli detta dagli antichi Praetutium, ne' bassi, tempi Aprutium oggi Città di Teramo e diocesi Aprntina. Scritta dal dottor ¦ di Leggi D. Niccola Palma Canonico della Cat-