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Carrellata Notarile.
Dai protocolli dell'Archivio di Stato di Teramo
Benedetto Carderi O.P.
Cattedra Cateriniana Teramo, 1973, pagine 191

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a cura di Federico Adamoli

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   voi. 44 f. 82r (Teramo 25 ottobre 1715). Daniele di Giovanni e Filippo di Giro-lamo di Canzano vendono ai Domenicani di Teramo un terreno del valore di ducati 30 con annuo frutto di una salma di frumento. Del convento sono presenti « Adm. R.P. Petrus Felix Valerianus Lector et Prior d.i. ven. Conventus, R.P. Lector P. lacobus Androsini, et R.P. Gregorius Galli ornnes Sacerdotes, P. Angelus Cansati Novitius Dia-conus et P. Antoninus Garzia novitius subdiaconus ».
   voi. 44 f. lOOv (Teramo 5 novembre 1715). Berardino di Giovanni di Villa Plani vende ai Domenicani di Teramo un terreno del valore di ducati 7 ad annuo frutto di una salma di mosto. Del convento sono presenti « R.P. Lector P. Petrus Felix Valerianus Pripr, R.P. Lector P. Dominicus de Alexandris subprior, R.P. Lector lacobus Androsinus, R.P. Lector P. Gundisalvus Barbetta, R.P. Gregorius Galli, et P. Antoninus Garzia et P. Angelus Maria Cansati sacr. theologie studentes».
   CAGNACCI SIMONE ANTONIO DI TERAMO busta 229 (191)
   voi. 45 f. 88v (Teramo 18 maggio 1716). Seminario Aprutino.
   voi. 45 ff; 167-170 (Teramo 4 novembre 1716). Fraternità del Rosario di Pia-nogrande di cui è procuratore Antonio Pannella di Villa Plani.
   voi. 47 ff. 54-57 (Teramo 10 settembre 1718). Fraternità del Rosario di Gesso di cui sono procuratori il Rev. D. Felice di Andrea e Domenicantonio di Nicola.
   voi. 47 f. 4Sr (Teramo 19 agosto 1718). Il Rev. Abbate D. Giandomenico Delfico, nel suo testamento ricorda della Cattedrale di Teramo «li tre Curati, cioè... il curato della notte et... due Curati del giorno», e nella eventualità che i suoi fratelli e sorelle restassero senza figli, dispone che « di tutta la sua heredità si ne faccia una Cappella dentro la yen. chiesa di S. Carlo di questa med.a città sotto il tit. della Beatiss.a Verg.e del Rosario, di S. Domenico e S. Filippo Neri con farsi in detta chiesa un quadro col-l'effigie di d.i Santi».
   POMILIO BIAGIO DI MORRODORO busta 231 (192)
   vol.lf. 5r (Notaresco 26 agosto 1681). Domenica Vanni di Teramo, moglie di Andrea Risi di Morrodoro, per testamento « Item lascia che la parte del capitale di cen-zo, che bave attiva contro Domenico Cappellano di Teramo, vada, et passa conforme essa testatrice lo lascia al Convento seu Chiesa di S. Domenico di detta Città, col peso che li Menici sive frati di detto Convento debbia celebrare et far celebrare nella Cappella del SS. Rosario tante messe annue per quante v'entraranno per l'interesse di d.o Cenzo, seu terze, alla ragione d'un carlino la messa».
   voi. 1 f. 39v (Castellasse 29 settembre 1684). In un atto del Marchese di Ca-stelbasso è ricordata sita in Castelbasso una « domum venerabilis Societatis Santiss. Rosarii de Guardia Vomano».
   voi. 2 f. 133v (Mosciano 12 agosto 1694). Fraternità del Rosario di Mosciano di cui è procuratore Antonio Guerrucci.
   voi. 2 f. 156r (Guardia Vomano 2 settembre 1695). Lucrezia Binni di Guardia Vomano moglie di Gabriele Ferri lascia alla fraternità del Rosario di Guardia Vomano un terreno di torneiate tre.
   voi. 3 f. 134r (Morrodoro 5 marzo 1703). Maddalena Bràcci vedova di Vincenzo Merlitti di Morrodoro dispone essere tumulata « nella seppoltura della Compagnia del SS. Rosario di detta Terra».
   voi. 4 f. 42r (Notaresco 15 agosto 1709). Antonio Piccione di Notaresco lascia alla fraternità del Rosario di Notaresco salme tre di grano per ciascun anno.
   voi. 4 f. 52r (Morrodoro 2 dicembre 1709). Il Rev. D. Marco Scilla Pievano di Morrò nel suo testamento dispone essere tumulato nella « chiesa di S. Giacomo da esso fatta fabbricare con titolo di Badia», il cui ius nominandi l'Abbate rilascia alla nipote Filomena Scilla, nominando al presente « Abbate in detta Badia il Clerico Pietro Antonio Carusi, e che il med.o sia obligato a dire l'officio Divino, dandoglisi perciò sei mesi di tempo per impararlo, et eligendosi da detti heredi altro Abate d'età sotto l'anno quattordici, non sia tenuto a detto Officio Divino, et anche debbia dire e fare dire in detta chiesa di S. Giacomo due messe la settimana ad libitum, et ratione studii
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